Nys, dal fango spunta l’uomo Cannibale da un milione di dollari

Sport da poveretti? Non per Sven Nys, 32 anni, il signore del cross e dei prati fangosi, meglio conosciuto e riconosciuto nelle Fiandre come una vera e propria icona al pari del connazionale Tom Boonen, tanto da essere definito dai suoi aficionados «De Kannibaal van Baal», il Cannibale di Baal.
Sven Nys corre per una banca e il suo conto è florido come pochi. Fino ad un anno fa ha difeso i colori arancioni di un istituto di credito olandese, la Rabobank, oggi è passato ad uno belga, la Landbouwkrediet. Guadagna un milione di euro l’anno e non gli passa nemmeno per l’anticamera del cervello di correre su strada, neanche la Parigi-Roubaix, la più folle e anacronistica delle corse su strada, «perché io sono il numero uno del cross, e tanto mi basta», dice. Domenica scorsa all’Idroscalo di Milano ha conquistato il 31° «Memorial mamma e papà Gueriotti», che gli è valsa la 191° vittoria in 12 anni di professionismo e la conquista matematica della settima Coppa del Mondo. Oggi, in Olanda (Hoogerheide), andrà all’inseguimento del suo secondo titolo iridato (ne ha vinto solo uno, nel 2005, ndr), da aggiungere ai suoi otto Superprestige e due titoli mondiali conquistati nella categoria dilettanti (1997, 1998).
Nys corre da 24 anni, visto che ha cominciato a gareggiare sulla «bmx» quando ne aveva solo otto. Ha migliaia di tifosi sparsi per il mondo, in particolare in Belgio, che ogni primavera si danno appuntamento nelle Fiandre ai piedi del Muro di Grammont per l’annuale festa, fasciati di magliette grigio-rosse, disegnate personalmente dalla moglie Isabelle, fotomodella e donna di spettacolo, che lo aiuta negli affari e alimenta al pari di Victoria Beckham il personaggio. Comparsate tivù, interviste, passerelle, ma soprattutto servizi generosi per i più popolari rotocalchi scandalistici del Belgio. I due hanno un bimbo, Thibau, di 6 anni, che già segue sulla sua Colnago (come papà) le orme paterne, correndo in bmx.
Il ciclocross sport quasi desueto nel nostro Paese, è invece fiorente punto di riferimento per gli appassionati delle due ruote in Belgio, Olanda e nella Repubblica Ceca, dove i loro protagonisti sono di gran lunga gli sportivi più amati e pagati. «Cosa pensa mia moglie del ciclocross? Le piace un sacco, perché è più spettacolare del ciclismo su strada e poi dura solo un ora ­ dice -. Tanta fatica, tutta concentrata. E Poi c’è la nostra vita: che è una bella vita». Nys si è comprato una tenuta in Spagna, dove conta di allenare in futuro giovani talenti, ma coltiva ancora il sogno di una medaglia olimpica a Londra nella Mountain bike, ma prima vuole sbrigare la pratica iridata, domenica prossima. «L’ho vinto solo una volta, e il bis iridato è quello che desidero di più al mondo».
In verità lo desiderano non solo i suoi aficionados, ma anche i suoi avversari, visto che nel 2005, alla vigilia della sfida mondiale di St.Wendel, la moglie Isabelle si rese protagonista di un servizio fotografico osé per la rivista «P-Magazine».

Nys non fece una piega e il giorno dopo si laureò campione del mondo. E ora sono in molti a sperare che per festeggiare il secondo titolo iridato del marito la signora Nys possa concedersi anche lei in un fantastico bis.

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