Roma

«Prima o poi la smetto di cantare solo in inglese»

È siciliano di Catania, Mario Biondi, al secolo Mario Ranno, ma la sua voce fortemente black, profondamente soul lo ha consacrato da qualche anno come il «Barry White italiano». Soprannome di cui naturalmente lui va cordialmente fiero. Basta che non si esageri. Canta in inglese Biondi, ma un giorno - ha promesso - canterà in italiano.
Per ora c’è lo «Spazio tempo Tour» che approda oggi sul palco del Gran Teatro (ore 21). Data sold out, esaurita già da diversi giorni questa di Roma. E il successo del tour è l’ennesimo per un grande talento, come è quello del vocalist siciliano, scoperto e venuto alla ribalta quasi per caso.
Dopo anni di gavetta nel 2004 arriva This is what you are, il singolo del boom pensato per il mercato giapponese, che viene casualmente notato dal celebre dj inglese Norman Jay della Bbc: ed è subito successo. Immancabilmente anche questa sera la canzone sarà nella scaletta del nuovo show, così come tutti i successi del primo disco, ma sarà presentato per la prima volta dal vivo nella Capitale anche il nuovo album If già doppio disco di platino con oltre 150mila copie vendute.
È difficile restare fermi durante un concerto dal vivo di Mario Biondi. A Roma lo si è visto la scorsa estate in una cavea del Parco della Musica che si è trasformata per una notte in un raffinato disco club di mille persone. Jazz, funky e soul che si intrecciano, la testa si muove, il piede tiene il ritmo ora lieve, subito dopo martellante. Nei brani più ritmati è impossibile non alzarsi a ballare, e la sua voce profonda sovrasta su tutto.
Palco minimale quello del tour 2010, riempito esclusivamente dai suoi musicisti e completato dalla mole di Biondi, vocale e fisica. Due batteristi, Lorenzo Tucci e Fabio Nobile, le tastiere di Andrea Satomi Bertorelli, il basso di Andrea Celestino e il contrabasso di Tommaso Scannapieco, il sax di un habitué dei jazz club romani come Daniele Scannapieco, e poi Giovanni Amato (tromba), Claudio Filippini (piano), Luca Florian (percussioni), Michele Bianchi (chitarre), Samantha Iorio (back vocals). Ensemble di grandi musicisti che nel finale promette scintille e assoli improvvisati cavalcati dalla voce di Biondi: «Per me la parte più bella del concerto è il momento del jam finale - ha detto il cantante divertito in coda al live della scorsa estate a Roma - un concerto dovrebbe essere tutto come nel finale, quando non devi rispettare più uno spartito, un testo e, improvvisando, esplode la musica vera».
Al termine di un tour che lo porterà in tutta Italia, Mario Biondi tornerà a Roma, per il gran finale, il 17 maggio, sempre al Gran Teatro.

Chi stasera non riuscirà ad esserci, cominci a segnare la data in agenda.

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