Obama-McCain, scontro su crisi e politica estera

Secondo duello Tv con le domande del pubblico. Il democratico ha accusato il rivale di aver sostenuto politiche economiche fallimentari. Il repubblicano: Barack vuol aumentare le tasse e non capisce la politica estera. Tutti e due: il miliardario Buffett ideale per guidare il Tesoro 

Obama-McCain, scontro su crisi e politica estera

Washington - Un John McCain aggressivo e più deciso nelle risposte e un Barack Obama più teso ma più controllato, si sono affrontati a Nashville nel secondo dei tre dibattiti Tv presidenziali, affidato stavolta alle domande del pubblico presente in studio e a quelle arrivate via Internet, che è stato dominato, inevitabilmente, dalla crisi finanziaria. Tema caldissimo per gli aspiranti alla Casa Bianca che non hanno commesso clamorosi errori. McCain, in svantaggio nei sondaggi, aveva bisogno di una svolta, ma questa non c'è stata, anche se alla fine ha sorpreso con una nuova proposta sui mutui.McCain ha detto che il governo federale dovrebbe rinegoziarli per aiutare i cittadini a rischio pignoramento. Questa la "sorpresa" che è arrivata dopo una vigilia al calore bianco tra gli sfidanti che hanno virato, in campagna elettorale, con una serie di colpi bassi e "manovre sporche" durissime.

Botta e risposta sulla crisi di Wall Street Barack Obama ha attaccato a fondo: l'America sta vivendo "la più grave crisi finanziaria dalla Grande Depressione per colpa delle fallite politiche economiche degli ultimi otto anni, sostenute dal senatore McCain" e dai repubblicani, ribadendo: l'America "ha bisogno di un vero mutamento" di guida. McCain, apparso più a suo agio nel rispondere alle domande del pubblico, ha dovuto ammettere che gli americani sono "arrabbiati e un po' impauriti" per la situazione economica, e ha marcato le distanze dalle politiche del passato proponendo che il governo federale rinegozi i mutui immobiliari a rischio per alleviare la difficile situazione dei proprietari delle case a rischio pignoramento.

Tasse e priorità McCain ha poi affondato i colpi accusando il rivale democratico di voler aumentare le tasse, cosa che invece lui non vuol fare. E alla richiesta di indicare le sue priorità se arriverà alla Casa Bianca, ha messo alla pari le riforme di energia, assistenza sanitaria e sicurezza sociale.
Obama ha risposto che il suo piano farà pagare meno tasse al 95 per cento degli americani. E ha indicato le sue priorità: al primo posto l'energia (con indipendenza dal petrolio del Medio Oriente entro dieci anni), al secondo posto la riforma della assistenza sanitaria e al terzo l'educazione.

Tutti e due: Buffett al Tesoro Alla richiesta di indicare un buon ministro del Tesoro nel loro governo entrambi, non hanno avuto dubbi sulla scelta dell'uomo giusto, scelta bipartisan in questo caso perché hanno indicato il miliardario Warren Buffett

Obama critica l'attacco all'Iraq La parte finale del dibattito è stata dedicata alla politica estera e alla lotta al terrorismo. Obama, con tono più aggressivo rispetto a quanto aveva detto nel primo duello Tv ha attaccato sull'Iraq: "Non ho ancora capito perché abbiamo invaso l'Iraq quando i terroristi dell'11 settembre si nascondevano altrove". E ha accusato Bush e McCain di avere commesso "un errore di giudizio". Poi ha definito "inaccettabile" un Iran nucleare e di considerare "una priorità uccidere Osama bin Laden e schiacciare Al Qaida".

McCain: Barack non conosce la politica estera John McCain ha contrattaccato, affermando che Obama non capisce la politica estera "come ha dimostrato nel caso della invasione della Georgia o per la sua idea di attaccare il Pakistan". E riferendosi all'Iran il candidato repubblicano ha detto che gli Stati Uniti faranno tutto quanto in loro potere per impedire all'Iran di dotarsi di un'arma nucleare "perché non possiamo permettere un secondo Olocausto". Alla domanda se la Russia è ancora l'impero del male, McCain ha risposto "forse" mentre Obama ha detto che la Russia "ha ancora impulsi nazionalisti che possono essere molto pericolosi".

McCain si rivolge a Obama: "Quello là..." Il senatore repubblicano ha cercato usare il più possibile toni corretti ma a un certo punto è esploso dopo che Obama l'ha accusato di aver votato contro una legge per l'energia alternativa. Mccain, perdendo per un momento il controllo, ha esclamato che la legge "era piena di regali, miliardi di dollari, per le compagnie petrolifere. Volete sapere chi ha votato a favore? Quello là", indicando Obama, alle sue spalle , con un dito.

Il format del dibattito, che ha impedito un vero duello verbale diretto tra i due rivali, è stato il grande accusato della serata: sia il moderatore Tom Brokaw (che ha diretto il traffico delle domande del pubblico o via Internet) sia i due candidati hanno criticato la formula. Poco gradito, meno "duello" di quanto avrebbero voluto. Alla fine dei 90 minuti, McCain è andato via quasi subito dalla sala dove 80 cittadini indecisi hanno posto una decina di domande, mentre Obama e la moglie Michelle si sono trattenuti più a lungo per conversare con gli spettatori.

I primi sondaggi: Obama in vantaggio Chi ha vinto il duello? I primi sondaggi realizzati da alcuni media americani assegnano a Barack Obama la vittoria nel secondo dibattito presidenziale. Per un campione di americani interpellato dalla Cnn, il candidato democratico alla Casa Bianca ha fatto meglio con una percentuale del 54-32%. La Cbs ha sondato un campione di indecisi, per il 39% dei quali ha fatto meglio Obama, mentre il 27% ha preferito John McCain, con il 35% del campione che parla di un pareggio. Lieve vantaggio per Obama anche nelle pagelle dell'esperto di Time, Mike Halperin, che ha assegnato un 'B+' al democratico e un 'B' al repubblicano.

Ma McCain sorprende sui mutui La proposta di McCain di ordinare, da presidente, una rinegoziazione dei mutui immobiliari degli americani da parte del governo federale, è stato uno degli argomenti più discussi nel dopo-dibattito, perché si è trattato - nota il Los Angeles Times - "della maggiore sorpresa della serata": la proposta è nuova rispetto a quelle avanzate fino a ora dal repubblicano in campagna elettorale. Il quotidiano di Los Angeles ha parlato di "un drammatico confronto" che può rappresentare un momento chiave nel finale della campagna.

Per il New York Times, si è trattato di "un dibattito accanito" incentrato soprattutto sulla crisi economica, con i due candidati "impegnati ad accusarsi a vicenda su chi sia responsabile e quale piano abbia la possibilità di funzionare".

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