Obiettivo Marche per Passera

da Milano

Ci sono Banca Marche e qualche altra acquisizione internazionale mirata tra i desideri di Intesa Sanpaolo che per gestire il proprio patrimonio immobiliare da un miliardo mette in cantiere una società ad hoc, destinata ad approdare in Borsa ad aprile.
L’ad Corrado Passera ha accompagnato ieri gli investitori nel futuro della superbanca che ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con 6,8 miliardi di utili. Quasi il doppio (più 78%) rispetto ai 3,8 miliardi di un anno prima, ma l’accoglienza in Borsa è stata interlocutoria (meno 1,8% a 5,19 euro) forse anche perché al risultato finale molto hanno contribuito le plusvalenze (3,7 miliardi) legate alla cessione di Cariparma e Friuladria agli ex alleati del Crédit Agricole come viatico alla fusione Milano-Torino. Al netto delle componenti straordinarie l’utile normalizzato è salito da 3,6 a 3,7 miliardi: «I risultati sono in linea con il piano industriale malgrado una situazione di mercato molto complessa», ha ribattuto Passera mentre gli analisti concentravano l’attenzione sui conti, un po’ sotto le attese, degli ultimi tre mesi: 1.496 milioni i profitti.
In ogni caso il gruppo è uscito quasi indenne dalla crisi dei mutui subprime americani (54 milioni le svalutazioni nei nove mesi) verso cui non ha un’esposizione diretta. La solidità è il tratto distintivo del progetto di integrazione con Sanpaolo che, ha detto Passera, sta procedendo «in anticipo» rispetto alle previsioni. Come dimostrano il contenimento degli oneri operativi (meno 3,6%; più 0,1% normalizzato) e l’efficacia della Banca dei Territori che ha raccolto 150mila nuovi clienti (4.300 i lavoratori che sono stati accompagnati al fondo di solidarietà); buone notizie anche dal corporate che ha segnato un rapporto cost/income ratio pari al 30 per cento.
Una base che, insieme alla liquidità nelle casse del gruppo, potrebbe permettere a Intesa di aumentare il dividendo ordinario, ha aggiunto Passera che ritiene tuttavia prematuro affrontare la questione (nel 2008 è prevista una cedola straordinaria da 2 miliardi). All’orizzonte di Ca’ de Sass non c’è alcuna grande acquisizione ma piuttosto qualche aggiustamento per completare il presidio del territorio.


A partire da Banca Marche che «al giusto prezzo potrebbe essere una buona opportunità», ha proseguito il numero uno di Intesa (l’advisor è Banca Leonardo) che deve fronteggiare la concorrenza dell’Agricole e di Popolare Emilia. Intesa potrebbe infine rafforzarsi nell’Europa Centro-Orientale e nel Mediterraneo grazie alla privatizzazione di banche molto piccole.

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