Rapporti

Obiettivo small e mid cap di qualità

Puntare su realtà di valore, ben gestite e guidate dai fondatori. L'indice Eurostoxx

Ennio Montagnani

Negli ultimi 9 anni si può notare come le small e mid cap (le aziende di dimensioni medie e piccole quotate) abbiano registrato performance nettamente migliori della media di mercato. Per la precisione, da fine febbraio 2009 al 22 marzo scorso, mentre l'indice delle Borse della zona euro (Eurostoxx) ha messo a segno un pur apprezzabile +108,5%, quello delle piccole imprese (Eurostoxx Small cap) ha registrato una performance doppia (+227,4%). Secondo Christian Solé, senior financial analyst di Candriam Investors Group, nonostante questa lunga corsa, le small cap europee continueranno ad avere una marcia in più, ma a una precisa condizione: è indispensabile concentrarsi su società di alta qualità.

Da studi recenti (in particolare, la ricerca Size Matters, If You Control Your Junk), emergerebbe, infatti, che i titoli small cap di alta qualità, ovvero le società redditizie che evidenziano una sicurezza e una crescita degli utili e che presentano un pay-out (percentuale di utili distribuiti ai soci) elevato, hanno l'attitudine a realizzare performance di gran lunga superiori ai grandi gruppi quotati. «A nostro avviso - puntualizza Solé - è importante puntare su società che operano in mercati di nicchia in crescita, che abbiano un management dinamico e capacità in termini di innovazione. In molti casi, queste società a più piccola dimensione sono gestite dai loro stessi fondatori, i quali tendono a essere più prudenti nel ricorrere all'indebitamento poiché è in gioco il loro stesso patrimonio. Tali fondatori riconoscono anche l'importanza dei flussi di cassa, della redditività e della crescita dei ricavi nello sviluppo della società».

Inoltre, la struttura di gestione delle piccole società tende a essere, di norma, più snella rispetto a quella dei loro competitor di dimensioni maggiori, il che consente loro di assumere decisioni in modo più rapido e più reattivo. C'è poi un aspetto che risulta particolarmente positivo a favore delle small cap: in genere, presentano una quota più elevata di ricavi generati a livello interno, cosa che consente loro di beneficiare appieno della solidità di un'economia locale.

«Peraltro, le piccole imprese versano di norma un'aliquota fiscale più alta rispetto alle large cap che generano utili internazionali maggiori. Pertanto, eventuali tagli dell'aliquota sulle imposte delle società, favorirebbero maggiormente le imprese più piccole», specifica Solè. Le small e mid cap, inoltre, sono anche meno esposte ai mercati emergenti e alle materie prime, due asset class che hanno mostrato maggiore fragilità in concomitanza del rialzo dei tassi da parte della Fed americana. Ovviamente, l'investimento nelle small cap non è privo di rischi, perché solitamente manca una copertura di ricerca di qualità.

«Tuttavia, per gli investitori pronti a studiare i bilanci, queste società rappresentano un'opportunità imperdibile», precisa Solè, convinto che il 2018 possa essere un anno rialzista per i mercati e per le small cap.

Il manager ammette, infine, che l'imminente tapering europeo (la fine dell'acquisto sul mercato di titoli obbligazioni euro da parte della Bce) e la contrazione della liquidità a basso costo, potrebbero innescare una notevole volatilità con potenziali rischi macroeconomici, soprattutto per le società di piccole dimensioni.

Ecco perché Solè difende l'importanza di rimanere focalizzati sugli investimenti in piccole società di alta qualità con bilanci solidi.

Commenti