S ono certo che l'articolo di Cristiano Gatti sul Viaggio della Fiamma Olimpica avrà colto di sorpresa i lettori del Giornale che in queste settimane hanno vissuto da protagonisti o da spettatori il più grande evento itinerante mai organizzato nel nostro Paese. Trascurando la polemica sull'eccesso di piemontesità, mi limito a osservare che chiunque abbia assistito a una delle celebrazioni di tappa o al passaggio nei centri storici delle città attraversate finora, ha potuto verificare una realtà diversa da quella descritta.
L'impressione è che Gatti si sia tenuto lontano dal convoglio e abbia dato sfogo a pregiudizi che non tengono conto di una realtà documentata da una ricca rassegna stampa, da una trasmissione televisiva quotidiana («L'Italia Olimpica», su Sportitalia), da numerosi servizi della Rai, oltre che dall'esperienza di almeno quattro milioni di italiani. Eppure non sarebbe stato difficile spingersi a Verona per assistere alla celebrazione che ha regalato a Fulvio Valbusa un'emozione memorabile di fronte alla folla di piazza Bra, o magari a Pescara, dove l'8 gennaio ventimila persone hanno celebrato lo spirito olimpico con Jarno Trulli. Decidano i lettori se «la fiaccola stia assumendo le sembianze di un lumicino» o se invece - come abbiamo ragione di pensare - stia scaldando i cuori degli italiani. I dati sono questi: 10.000 tedofori provenienti da tutto il mondo, una collaborazione corale e concreta di oltre 600 Comuni, di tutte le Province e di tutte le Regioni, oltre che dei comitati territoriali del Coni.
Non mi resta che invitare Gatti a seguire una delle prossime tappe del viaggio della Fiamma Olimpica, perché possa offrire ai lettori un'immagine autentica di un'esperienza che finora ha incontrato soltanto l'opposizione di una minoranza di persone assai lontane dai quei valori che atleti come Giorgio Rocca promuovono con i propri sacrifici e con le proprie imprese. E per questo non smettiamo di ringraziare Giorgio e le persone come lui.
(Responsabile
Ufficio Stampa TOROC)
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