La storia de Gli Occhi della Guerra nasce come una scommessa: quella di fare del buon giornalismo anche in tempi non facili per l'editoria. Come fare però? Ingaggiando i lettori con il crowdfunding, ovvero chiedendo fondi ai lettori. Una scelta innovativa, in quanto il nostro giornale è stato il primo in tutto il mondo a percorrere questa via. Una scelta controcorrente che, però, ha pagato.
Quella scommessa, nata due anni fa, è stata infatti vinta lo scorso 24 maggio a Londra. Ilgiornale.it, con Gli Occhi della Guerra, è stato premiato da Inma, un'associazione internazionale di giornali e media, come «miglior lancio di un marchio» (Best Launch of a Brand or Product to Create An Audience Segment). La premiazione ha avuto luogo nella prestigiosa cornice dell'Albert and Victoria Museum, tra quadri di Raffaello e statue di ogni epoca e luogo. Moltissimi i partecipanti, da ogni parte del mondo: tra i colossi dell'informazione - per citarne solo alcuni, l'Economist, il Washington Post e l'Independent - l'unico a rappresentare l'Italia era il nostro giornale.
Una vittoria importante, come spiega Andrea Pontini, amministratore delegato de ilgiornale.it: «È un premio che va al nostro direttore, Alessandro Sallusti e al nostro editore, che due anni fa, con grande lungimiranza, ci hanno permesso di percorrere questa strada. Questa vittoria dimostra che si può ancora fare giornalismo di qualità, con passione e fantasia. E, soprattutto, valorizzando la risorsa più importante che abbiamo: i nostri lettori. Come diceva Montanelli nel suo primo editoriale: Questo giornale non ha padroni perché nemmeno noi lo siamo. Tu solo, lettore, puoi esserlo, se lo vuoi. Noi te l'offriamo».
Laura Lesèvre: «Due anni fa, quando abbiamo iniziato, lo abbiamo fatto con un pizzico di pazzia. Ci trovavamo davanti a una scommessa importante. Quella de Gli Occhi della Guerra è un'avventura fatta di incontri: in primo luogo con i lettori, che ci hanno sostenuto a partire dal primo giorno quando abbiamo chiesto loro di scegliere tra due reportage: l'Afghanistan con Fausto Biloslavo e la Libia con Gian Micalessin. Ebbene, in meno di tre settimane, entrambi i reportage erano stati coperti con donazioni da parte dei lettori. Da quel momento abbiamo capito che la strada era giusta e che i lettori stessi volevano che tornassimo a raccontare il mondo in presa diretta. Da allora sempre grazie ai lettori Gli Occhi della Guerra sono stati in Siria, Iraq, Somalia, Ucraina, India e in moltissimi altri Paesi colpiti da conflitti.
Molti dei lettori, oltre che benefattori, sono diventati in questi due anni anche amici, come Giuseppe, Tiziano, Eleuterio, Angelo, Mirko, Franco, per citarne solo alcuni. È a loro che dedichiamo questa vittoria tanto inaspettata quanto gratificante. Due anni di lavoro, di fatica a volte anche, ma soprattutto di passione. Ed è proprio la parola passione a caratterizzare questa avventura, che non sarebbe possibile senza la fiducia dei nostri lettori. Il tratto distintivo de Gli Occhi della Guerra sono fiducia e passione: la fiducia e la passione dei lettori, ma anche le nostre. Abbiamo fatto quasi 40 reportage, abbiamo vinto un premio internazionale. Non ci fermeremo certo qui: vinta una coppa siamo certi che i lettori ci sosterranno ancora di più».
A breve Gli Occhi della Guerra torneranno nel Donbass, in Ucraina, per raccontare un conflitto dimenticato nel cuore dell'Europa.
Ma non solo: uscirà sul nostro sito (www.gliocchidellaguerra.it) e su ilgiornale.it il reportage sulla discriminazione dei cristiani in Pakistan, avviandoci così verso la conclusione di un grande reportage che ci ha permesso di raccontare il dramma dei cristiani perseguitati nel mondo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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