G8 Summit

Occupazioni e negozi imbrattati disobbedienti pronti al grande blitz

I contestatori sulla collina dell’Aquila provocano Obama: «Yes we camp» ma a Roma prendono di mira banche, vetrine e il ministero dell’Economia

Occupazioni e negozi imbrattati disobbedienti pronti al grande blitz

Roma «Yes we camp». La grande scritta in caratteri cubitali esposta sulla collina di Roio, all’Aquila, di fronte alla caserma di Coppito dove è in corso il G8, è stata senza dubbio la più visibile delle manifestazioni di protesta che anche ieri hanno punteggiato la giornata, con blitz e azioni sia a Roma che nel capoluogo abruzzese. Lo slogan che fa il verso all’obamiano «yes we can», coniato dai comitati cittadini formati dopo il sisma, è stato anche mostrato da un gruppo di cinquanta persone della «Rete Aq» su uno striscione a bordo strada al passaggio del presidente Usa. Il titolo di azione più stupida, invece, se lo aggiudica a mani basse il blitz di tre no global che a volto coperto hanno «assaltato», a Roma, un negozio Benetton in via Magna Grecia, a San Giovanni. I tre, due donne e un uomo, sono piombati con altrettanti secchi di vernice viola (il colore scelto dagli antagonisti per la protesta contro il G8 che si riconoscono nella sigla V-Strategy) nel piccolo negozio di abbigliamento intimo e per bambini, e invece di «limitarsi» a imbrattare la vetrina hanno pensato bene di aprire la porta e lanciare la vernice all’interno, sui capi d’abbigliamento, sulla titolare del negozio e su tre clienti, tra cui un bambino su un passeggino, che urlava terrorizzato. Uno dei tre si è anche preso il tempo di scrivere «Benetton Impregilo» sulla vetrina del negozio, ma la gente che ha assistito alla scena è intervenuta. Uno di loro ha afferrato per il collo il writer, che però poi è riuscito a divincolarsi e a fuggire. La rabbia dei passanti, che non sembrano aver gradito il «gesto dimostrativo», ha così rischiato di sfogarsi sui due fotografi che erano stati avvisati di un blitz in zona e che hanno immortalato l’attacco. Secondo uno dei passanti intervenuti avrebbero favorito la fuga dei no global. I reporter negano, ma per ora sono stati denunciati per favoreggiamento. Intanto Raffaella, la proprietaria del negozio, fa la conta dei danni e sospira: «Impossibile quantificarli, ma è anche inutile: la mia assicurazione non copre un evento del genere. Vorrei capire cosa c’entro io con il G8».
In centro, a piazza di Spagna, sono invece una quindicina di persone ha messo in scena uno strip tease esibendosi sulla scalinata di Trinità dei Monti dietro a uno striscione sul cambiamento climatico che prendeva di mira il premier Berlusconi. I carabinieri sono intervenuti interrompendo lo show, e hanno anche fermato cinque dei «performer» (quattro francesi e un greco), identificandoli prima di rilasciarli. Verso le 14 un gruppo di anarchici ha scelto invece via Tiburtina, di fronte al carcere romano di Rebibbia, per srotolare lo striscione «Stop al G8, burn the state». No global in azione anche in via XX settembre, nei pressi del ministero dell’Economia, dove una trentina di persone ha mostrato cartelli contro Fmi, Banca mondiale e G8, per poi improvvisare un minicorteo, sciolto dopo poche centinaia di metri. E sempre l’«Onda» anti G8, ieri, ha occupato un ufficio dell’università La Sapienza, dove sono arrivati in cinquanta, indossando maschere da Bianconiglio, il personaggio di Alice nel Paese delle meraviglie. Il gruppo, formato da «studenti e precari», ha reclamato l’immediata liberazione degli arrestati nella retata ordinata dalla procura di Torino tre giorni fa e dei 10 no global romani fermati martedì mattina dopo gli scontri nel quartiere Ostiense. E nel «menu» delle iniziative contro il vertice degli otto grandi finisce pure una classica «okkupazione», con i no global che prendono possesso di una palazzina di tre piani nel quartiere del Pigneto, a Roma. Sulla seconda giornata di «agitazione no global» della capitale interviene anche il sindaco, Gianni Alemanno, a margine del pranzo in Campidoglio con le first lady.

«Speriamo che questi gruppi di provocatori stiano un po’ più calmi, perché queste cose sono ridicole e non servono a niente, neanche a loro», taglia corto il primo cittadino.

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