«Odeon Tv», con l’editore ai domiciliari i giornalisti finiscono a casa

C’è chi i soldi li nasconde in Svizzera, e chi i soldi nemmeno li vede. Il «Prosperini-gate» non è solo una storia di appalti televisivi, tangenti, riciclaggio e arresti. È anche la storia di una tv - Odeon - che vive le scorie di un’inchiesta sugli interessi incrociati di imprenditori e politici, e si trova ora a fare i conti con i grattacapi giudiziari del suo editore.
Cosa accade? Accade che metà della redazione è in cassa integrazione, incluse due giornaliste con figli piccoli. E-mail aziendali chiuse - denunciano dall’emittente - e otto giornalisti licenziati. «La crisi», si sentono dire. Salvo poi scoprire che nuovi giornalisti sono stati assunti a tempo indeterminato e che, in fondo, i soldi c’erano. Ma servivano ad altro. Perché Raimondo Lagostena Bassi è il patron del gruppo Profit, attraverso cui controlla un network di emittenti locali. A dicembre Lagostena finisce in carcere con l’accusa di aver pagato una mazzetta da 230mila euro all’ex assessore Pier Gianni Prosperini per ottenere un maxi-appalto per la promozione del turismo lombardo. Da pochi giorni è ai domiciliari, si è accordato con la Procura per patteggiare 2 anni e 10 mesi, e risarcire 150mila euro: 125mila a Emergency, e altri 25mila alla Regione. Ma non è finita. Perché martedì, a finire ai domiciliari, è Davide Gionata Soletti, braccio destro di Prosperini, che avrebbe riciclato i soldi dell’ex assessore (800mila euro) depositati in Svizzera.
Cosa lega Soletti a Lagostena? Un contratto di consulenza a 70mila euro l’anno, per consulenze che non esistono. In pratica, sospettano i pm, il segretario è a libro paga dell’editore per non pesare sulle tasche del politico. È il gioco delle tre carte. Lagostena paga, Soletti incassa, e l’assessore pilota gli appalti.

Ci guadagnano tutti, fino a che salta il banco. Ovvero, scattano le manette. Ma sul banco che salta ci finiscono anche i dipendenti di Odeon. Tagliati fuori da quel fiume di denaro che viaggia estero su estero, e si prosciuga prima di arrivare alle loro buste paga.

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