Roma - La scuola non può attendere e il governo pone la fiducia sul decreto legge di riforma del sistema scolastico. Si parte questa sera, poi giovedì le dichiarazioni e il voto finale. Quindi il testo passerà al Senato. Alle proteste dell’opposizione che accusa il governo di «arroganza e sfascismo» risponde il ministro Mariastella Gelmini. «I tempi sono stretti e l’opposizione non è interessata ad un confronto nel merito ma soltanto a fare ostruzionismo - spiega il ministro -. I presupposti dell’urgenza ci sono tutti: l’emergenza sul fronte del bullismo, l’introduzione del voto in condotta e il ritorno nelle aule dell’educazione civica. Tutti provvedimenti urgenti». E che il Paese non possa più aspettare è stato più volte ribadito anche dal premier, Silvio Berlusconi.
Rispetto al testo originale è stato apportato qualche ritocco, accogliendo alcuni emendamenti presentati in commissione Cultura, come ha sottolineato il relatore del testo, presidente della commissione stessa, Valentina Aprea. «Il confronto c’è stato e importanti modifiche apportate in commissione sono state mantenute - dice la Aprea -. Il governo può e deve scegliere una linea di riforma e portarla avanti».
Due le novità dell’ultima ora. La prima corrisponde ad una piccola vittoria della Lega Nord. Nel testo originario del ministro Gelmini si prevedevano graduatorie provinciali per l’immissione in ruolo degli insegnanti delle elementari. Era stata apportata una modifica con il maxiemendamento che disponeva graduatorie nazionali. Il che avrebbe potuto consentire un accesso più facile dei candidati del sud nelle aree del nord. Ipotesi niente affatto gradita a Umberto Bossi. Così nella stesura finale si è tornati alle graduatorie provinciali. Resta invece immutato il salvataggio dei circa 11mila dell’ultimo corso delle scuole di specializzazione.
L’altra novità è il vincolo imposto dal ministro Tremonti sui fondi che verranno destinati all’edilizia scolastica e alla messa in sicurezza di tutti gli istituti: l’ultima parola spetterà sempre e comunque al ministero dell’Economia. Le novità sostanziali sono note. Dal prossimo anno torna il maestro unico alle elementari. Confermato pure il ritorno dei voti in decimi sulla pagella. Voti che nelle primarie saranno accompagnati dal giudizio. Nelle medie invece ci sarà soltanto il voto mentre fino ad ora la valutazione era espressa in giudizi. Torna il voto di condotta che potrà comportare la bocciatura. Non con il 7, come in passato, ma soltanto per chi consegue una vera insufficienza, ovvero il 5.
In commissione la Aprea ha accolto alcune modifiche rimaste nel testo finale che riguardano proprio il rischio bocciatura. Per quanto riguarda il voto in condotta è stato specificato che «nella scuola primaria i docenti con decisione assunta all’unanimità possono non ammettere l’alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione».
Per la scuola secondaria di primo grado una eventuale non ammissione all’anno successivo potrà essere presa «con decisione assunta a maggioranza dal consiglio di classe». Insomma non sarà possibile che un singolo docente possa decidere di bocciare un alunno perché va male nella sua materia.
Dato che l’orario del maestro unico sale di
due ore è stato previsto che per il 2009 ed in via transitoria si possa ricorrere ai fondi dei singoli istituti per coprire le spese. I sindacati sul piede di guerra hanno già preannunciato compatti lo sciopero generale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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