Il "sì" inarrivabile di Jeff e Lauren. Ma Venezia si merita le nozze dei Bezos

Una folla di curiosi per un evento blindato. Che dona alla città più del turismo "cheap"

Il "sì" inarrivabile di Jeff e Lauren. Ma Venezia si merita le nozze dei Bezos

Se è vero, come scrive Tiziano Scarpa, che Venezia è un pesce, ha abboccato all'amo di Jeff Bezos e adesso è inutile che si dibatta per liberarsi. La più vulnerabile delle città, votata allo sgretolamento, questa allucinazione labirintica, con la sua parsimonia di spazi che fa contorcere le scale, è schiacciata in acqua da trenta milioni di dollari. Vale a dire la cifra che sembra il patron di Amazon abbia speso per festeggiare le simboliche nozze (quelle con valore legale sono già state celebrate in Usa) con Lauren Sanchez. Dicono che tutti i matrimoni diventano incontri sbagliati. Siamo certi che non sarà così per la giornalista-pilota di Albuquerque. E tornando a Venezia, ci sono modi peggiori di boccheggiare. Quando il treno entra alla stazione Santa Lucia e inizia il calvario di code e biglietti a quaranta gradi effettivi, sessanta percepiti, pensi che Bezos sarà anche un cafone ma vorresti essere lui. Ed essere teletrasportato da un taxi Riva Super Aquarama con l'aria condizionata, sotto un'altra aria condizionata a sette stelle. Invece sul vaporetto c'è un'odiosa signora russa con un trolley più gonfio delle sue labbra che spinge, e assesta gomitate negli sterni.

Tutto ciò che vedi a Venezia viene da qualche altra parte ma mai come in questi ultimi quattro giorni. E checchè ne dica una parte di veneziani, decisamente più snob della loro città, a piazza San Marco donano più le nozze del quarto uomo più ricco al mondo di quei formicai ininterrotti di turisti che abbandonano la stagnola dei panini sugli scalini della Basilica. Pagare viene da "pacare", "pacificare" e vale tanto di più da queste parti. Venezia ti chiede soldi. Ti fa sentire in debito prima ancora che tu le abbia chiesto di venderti alcunchè, si inizia col tiket d'ingresso e poi arriva tutto il resto. E Bezos ha pagato. Secondo una stima del Ministro del Turismo, Daniela Santanché, questo giochino nuziale potrebbe avere un impatto economico complessivo di 957,3 milioni di euro, pari al 68% del fatturato turistico annuale della città. Si capisce perché il sindaco Luigi Brugnaro ha inviato in dono agli sposi il vino Aneri... Bomboniere di Murano, 80mila rose al Munaretto Flowers, abiti dell'atelier Stefano Nicolao, biscottini per le gift box della pasticceria Rosa Salva, stanze per i suoi 200 ospiti nei cinque alberghi a sette stelle, attracchi per gli spropositati yacht dei suoi amici, servizi di sicurezza... E Bezos ha donato tre milioni di euro per la conservazione di questa città ambigua, ipocrita, diplomatica. Senza considerare tutti quelli che, per il signor Amazon, sono arrivati senza invito. Perché ammettiamolo, siamo tutti qui per assistere al matrimonio a cui non si assiste. In questa città che toglie il fiato, con i canali che alzano umidità e i malumori degli autoctoni che la surriscaldano. La realtà è che Bezos si muove leggiadro e rispettoso nei lussuosissimi confini che ha delineato a caro prezzo, ma dà fastidio lo stesso. Vip, jet privati, yacht, elicotteri e taxi limousine, chi abita qui si indigna della dismisura tra la vita e la Storia. Ma lui la Storia se l'è già presa.

E fanno sorridere i manifesti dei contestatori "No space for Bezos" perché si è già preso anche quello, lo Spazio. E poi tutti dicono che è gentilissimo, ha perfino fatto portare il gelato ai paparazzi accaldati davanti all'Aman. E lui e Lauren sono estasiati dall'essere qui "un sogno tra acqua e cielo" e insomma gliela si può pure perdonare questa generosa smargiassata: sia per Jeff che per Lauren questo è il ballo del liceo che non hanno mai avuto da ragazzi, quando lei era bullizzata e lui nerd. "Sto vivendo un sogno" ha detto ieri la sposa prima di portare quei suoi muscoli testardi che sfoderano troppa caparbietà al sopralluogo della location. E le crediamo tutte. È la rivincita di due che avrebbero potuto essere meno che normali. E poi altro che invadere, il clan Bezos si rende invisibile, siamo noi a fare la caccia ai Pokemon vip in questa città che pare la location perfetta per il gioco a nascondino. Libera uscita prima della cerimonia di ieri sera all'Isola di San Giorgio ("signora, anche se riuscisse ad avvicinarsi c'è un muro talmente alto che non vedrebbe niente" ci avvisa il gondoliere). E noi a correre su e giù dai ponticelli a caccia delle Kardashian che ovviamente sono andate a fare shopping, e a caccia di Bill Gates, che ovviamente è andato a vedere la mostra "Corpi Moderni. La costruzione dei corpi nella Venezia del Rinascimento" e in particolare l'Uomo Vitruviano di Leonardo alle Gallerie dell'Accademia.

Ed è lì che lo intercettiamo: bermuda, t-shirt e cappellino neri, mora di nero vestita al fianco, quattro guardie del corpo ma un atteggiamento che passa assolutamente in sordina. Per un istante ci toglie il fiato più di Dürer. Anche Rania di Giordania si è tuffata in un tour culturale. Non come Orlando Bloom che, archiviata Katy Perry, pare abbia folleggiato, giovedì sera, con una donna misteriosa.

Ieri sera Lady Gaga, Elthon John e spettacoli pirotecnici, quelli sì, udibili (e visibili) da ogni dove, un po' come i clacson ai matrimoni tamarri. Meno sarebbe l'unica nota per questo matrimonione ma in fondo nessuno ricorda i toni prudenti. E bisogna imparare a perdonare la superiorità altrui.

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