OGGI IN SERIE A: ROMA A FIRENZE SENZA IL «PUGILE» OSVALDO. CATANIA-CAGLIARI IL LUNCH GAME. POSTICIPO: PARMA-PALERMO

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Aveva ragione Bill Shankly, mitico allenatore scozzese: il calcio non è una questione di vita o di morte, è molto più importante. Prendete il sorteggio dei gironi della fase finale del prossimo campionato europeo, non c'è soltanto football, si va oltre, c'è qualcosa di più serio, di più intrigante. L'Europa ha i suoi guai, ovunque e comunque, da destra a sinistra, il calcio cerca di volare alto, poi qualche conto andrebbe pure fatto visti i denari sontuosi in circolazione. Prendete allora il gruppo nel quale è inserita la nostra nazionale: ci sono la Spagna, la repubblica d'Irlanda e la Croazia. Bene, anzi maluccio, le prime tre sono legate dallo stesso denominatore, trattasi di crisi finanziaria, di spread sull'ottovolante ma non siamo al lunapark semmai alla bundesbank e c'è poco da stare allegri. In principio fu Dublino sicura e gaia dei propri tassi di reddito così bassi da favorire ogni tipo di investimento dall'estero; poi venne lo tsunami americano e l'Irlanda si trovò collassata, le banche senza denari e l'Unione europea costretta a intervenire, lo stesso puzzo di bruciato che usmano a Roma e a Madrid, con caduta dei governi, segnali di allarme. Del Bosque, Trapattoni e Prandelli viaggiano su altri indici, non di borsa per fortuna loro, anzi il football è arma di riscatto per paesi sull'orlo di una crisi e non di nervi. Si procede: Francia e Inghilterra messe assieme, roba antica, medioevale guerra dei cent'anni, anzi centosedici, lotte di territorio, varie ed eventuali. Per i sudditi di Elisabetta i francesi restano "frogs", rane, non per la postura ma per i gusti culinari, le rane in ogni tipo di ricetta. Per i parigini gli inglesi erano e restano dei barbari che non usano il bidet e odorano a distanza. Ora Blanc e Capello non hanno questo tipo di problemi, usano profumi raffinati e con le loro nazionali cercano un riscatto che manca da troppo tempo a livello internazionale, resta il dissidio tra Sarkozy e Cameron che, prevedo, si esibiranno in Polonia e Ucraina come i nuovi regnanti, eredi, si fa per dire, di Filippo il Bello e di Edoardo.
Non è finita: il girone A sembra "i peggiori anni della loro vita", tutte assieme le ex oltre cortina di ferro, Polonia, repubblica Ceca e Russia. Mosca non comanda più come ai bei tempi, libertà di parola e di pensiero, di azione e di stampa, così dicono, la Polonia organizza il torneo anche se è devastata da scandali vari, la Russia ha un nuovo tipo di zar, Putin il terribile, la repubblica di Praga ha quindici anni di vita democratica, in precedenza era severamente vietato guardare verso occidente senza passare prima dal via, cioè da Mosca, comprese le linee telefoniche. Il libera tutti ha prodotto sconquassi, la libertà tenuta sotto vuoto spinto e spento è stata interpretata, a volte, come anarchia, il calcio che aveva offerto maestri e talenti sembra in affanno di produzione. Poi c'è il girone di quelli che proprio non si sopportano, gruppo B, a parte il Portogallo e la Danimarca, ecco che Olanda e Germania provano a giocarsela, non soltanto sul prato. Non c'è la fiaba dei paesaggi del basso Reno, dei castelli, dei villaggi da presepe, ci sono scorie del periodo nazista, delle idee hitleriane di tener buoni gli olandesi che si ribellavano ai rastrellamenti contro gli ebrei. E' storia anche recente, tra paesi vicini e distanti, per gusti e filosofia di vita, il multiculturalismo olandese ha preso corpo anche in Germania, ne sono esempio i nazionali tedeschi che hanno cognomi e origine non teutonica al cento per cento, ci sono polacchi, bosniaci, turchi, spagnoli,nigeriani, ghanesi.


Riassunto: il prossimo campionato europeo è un gioco che coinvolge non soltanto Tango 12, il nome pallone del torneo, roba che fa venire in mente la sigla di un taxi, ma cose più serie, molto più importanti. Lo aveva detto quel magnifico scozzese di nome Bill, Bill Shankly.

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