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Oggi la sinistra in piazza contesta Cofferati

Il sindaco spegne il vigile elettronico e apre il centro alle auto: alleati in giunta, comitati e no global insorgono

da Bologna
La legalità diventa ambientale e si ritorce contro il sindaco di Bologna Sergio Cofferati: stamattina il primo cittadino sarà contestato in piazza dalle stesse associazioni e comitati di cittadini, nonché dai partiti «alleati» dell’estrema sinistra, che nemmeno un anno fa, a febbraio, avevano brindato alla sua decisione di accendere Sirio, il sistema di telecontrollo che multa automaticamente chi entra in auto nel centro storico senza permesso. Oggi e per tutti i sabato a venire, dopo un accordo coi negozianti, Sirio per la prima volta sarà spento e sarà anche sospesa la zona a traffico limitato in centro: chiunque potrà entrare in auto per fare shopping.
Nessuno scandalo, in teoria, ma l’accensione del vigile elettronico, un tormentone che a Bologna dura da almeno dieci anni, era stata brandita in campagna elettorale come il primo punto del programma dell’Unione e aveva assunto un valore simbolico. «Cofferati ha tradito gli elettori e le sue promesse» accusano i comitati antismog, che diedero battaglia durante l’era Guazzaloca e furono strenui sostenitori della candidatura di Cofferati a sindaco. Ora è tutto cambiato: «Abbiamo creduto nel suo programma - spiega Barbara Rinaldi, da anni impegnata sul fronte inquinamento - e alla città “più accogliente e gentile”. Siamo avviliti». «Neanche Guazzaloca si era azzardato a toccare la Zona a traffico limitato - accusa Otello Ciavatti, insegnante scolastico -. Non ci saremmo mai aspettati una decisione così».
Qualcuno ha anche riesumato uno degli slogan della campagna elettorale del Cinese: recitava «Da Bologna (macchine) a Bologna (bambini)». «E allora il sindaco si preoccupi più dei bambini e meno delle macchine - dice Nino Pizzimenti di Legambiente -. L’equazione più auto più affari è un assunto datato».
Oltre a 20 comitati di cittadini, in piazza scenderanno associazioni ambientaliste, collettivi di studenti universitari, il sindacato di base e perfino i no global «disobbedienti», che mai fino a ora si erano interessati di smog. Poi ci saranno i partiti dell’ala sinistra dell’Unione: Rifondazione, i Verdi, i Comunisti italiani, gli occhettiani del Cantiere. I Verdi hanno provato a fermare il provvedimento lunedì in Consiglio comunale, facendo finire in minoranza Ds e Margherita, e un nuovo scontro all’ultimo voto, insieme al Prc, ci sarà nella prossima seduta. «O Sirio resta acceso, o noi siamo fuori dalla maggioranza» hanno avvertito, subordinando il ritiro delle deroghe al vigile elettronico al loro voto dell’ordine del giorno sulla legalità del Cinese. Più intricata la posizione di Rifondazione, il cui assessore ha firmato l’ordinanza contestata: «L’assessore è l’assessore - distingue il capogruppo in Comune Roberto Sconciaforni -. Non siamo in maggioranza per dire sempre sì». «È penoso che a pochi mesi dall’attivazione - rincara Serafino D’Onofrio del Cantiere - gli interessi forti abbiano già vinto». Ma anche nella Marherita e nei Ds, che tentano di mediare, ci sono dei malumori: l’assessore provinciale all’Ambiente, Emanuele Burgin, della Margherita, dopo avere criticato la scelta del Comune è stato attaccato dai Ds. Allo spettacolo litigioso offerto dall’Unione si oppone il giudizio unanime dell’opposizione di centrodestra: «Ma che maggioranza sono?» si chiede Alex Bianchi, consigliere comunale Udc.

«Siete divisi su tutto, traetene le conseguenze» gli fa eco Gianluca Galletti, ex assessore di Guazzaloca. E Daniele Carella, capogruppo di Forza Italia, avverte: «Questo non è governare, ma prendersi continuamente a ceffoni».

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