Oggi vertice con Monti Pdl: il Pd ci provoca evitiamo punti di rottura

La linea del Pdl per il summit di oggi: "Opere a sostegno del governo, omissioni sui temi che lo mettono in difficoltà". La carta del premier: compromesso tra giustizia e lavoro

Roma - S’incontrano nel tardo pomeriggio Silvio Berlusconi e Angelino Alfano. E concordano sul non cambiare la strategia degli ultimi giorni in vista del vertice di maggioranza che si terrà questa sera a Palazzo Chigi, dove il segretario del Pdl siederà a tavola insieme a Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini con Mario Monti a fare gli onori di casa. Il primo faccia a faccia tra i quattro dopo le polemiche della scorsa settimana, quando Alfano s’era chiamato fuori puntando il dito su un’agenda che vedeva all’ordine del giorno anche Rai e giustizia mentre - diceva il segretario del Pdl - «i problemi degli italiani sono lavoro e crescita».

Una querelle dietro la quale si nasconde evidentemente un tentativo di provare a rimpallare da un partito all’altro i temi più caldi. Il lavoro per il Pd, la giustizia per il Pdl. Non a caso, pare che Alfano abbia accolto con un pizzico di soddisfazione la battuta di Bersani sul segretario di via dell’Umiltà che «veste la tuta blu». Il segnale di un certo nervosismo, visto che quella dell’ex del Guardasigilli è stata in qualche modo un’invasione di campo poco gradita. «Abbiamo tre priorità: lavoro, lavoro, lavoro», aveva detto la scorsa settimana Alfano alla Scuola di formazione politica di Orvieto. Una mossa anche strategica per ributtare la palla dall’altra parte del campo. Il pressing dovrebbe arrivare oggi, visto che il segretario del Pdl è intenzionato a ribadire il concetto anche al vertice di stasera spiegando che l’agenda di priorità che vuole via dell’Umiltà non è altro che la stessa portata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel nella sua visita a Roma di martedì scorso.

Come a dire: veniteci a dire che stiamo sbagliando... D’altra parte, l’uscita di ieri di Alfano lascia pochi dubbi alle intenzioni: «Sosteniamo lealmente il governo Monti in opere e omissioni. Le opere sono le cose che facciamo per sostenere il governo Monti, le omissioni sono quelle che facciamo per evitare di partecipare a discussioni che possono mettere in difficoltà il governo Monti». Come a dire che su Rai e giustizia il rischio è alto.

Non è un caso che il Pd la veda in maniera diametralmente opposta, anche perché la riforma del lavoro è tema necessariamente in agenda (e che agita il Partito democratico) a differenza degli altri. «Per noi - spiega il capogruppo al Senato Anna Finocchiaro - ci sono solo opere perché non ci possono essere zone franche nella discussione con il governo». E a dimostrazione che il termometro tra Pdl e Pd fa registrare temperature piuttosto alte, c’è pure l’affondo di Massimo D’Alema sul Cavaliere. «C’è una particolare difficoltà di Alfano per le tensioni nel suo partito e perché quando si parla di Rai o di giustizia si toccano punti sensibili per Berlusconi, che - dice l’ex premier - continua ad avere un ruolo preponderante. Berlusconi continua ad esercitare un ruolo non positivo, Alfano dovrebbe essere lasciato in condizione di svolgere il suo ruolo».

In verità, quello a cui punta il Pd è aprire i capitoli giustizia (su cui il Pdl è particolarmente agguerrito) e Rai in modo da ribaltare il tavolo. Anche perché, se davvero come sembra iniziano ad aprirsi «spiragli positivi» su un possibile accordo sulla riforma del lavoro (gli incontri di ieri tra il ministro Elsa Fornero e le parti sociali hanno segnato una distensione) il Pd avrà le sue belle gatte da pelare, soprattutto rispetto alla «sua» sinistra. Ecco perché aprire il vaso di Pandora di Rai e giustizia potrebbe essere una contromossa valida.

Ma è proprio per questa ragione che dal Pdl continuano a fare le barricate e non cedere di un metro. Come d’altra parte il Pd che, se si andrà al rinnovo del Cda con le regole della Gasparri, è pronto all’Aventino e a non indicare i membri che gli spettano né il nuovo presidente della Rai.

In sottofondo, però, c’è anche la partita del cosiddetto beauty contest.

Argomento delicatissimo e sul quale pare si stia muovendo qualcosa in questi giorni. L’argomento frequenze tv, infatti, sarebbe stato oggetto di un incontro a Palazzo Chigi ieri tra Mario Monti e il ministro Corrado Passera.

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