Ogliari racconta la Veneranda Fabbrica

La bella collana «I tesori di Milano», edita da Selecta e scritta a sei mani da Francesco Ogliari, storico dei trasporti e collaboratore del Giornale scomparso nel marzo 2009, e dai figli Rachele e Giacomo, si arricchisce di un'uscita dedicata all'edificio che è per eccellenza il simbolo della città e della milanesità. Milano e il suo Duomo, storia e costruzione di uno dei più grandi templi della cristianità (80 pagine, 9.90 euro) è l'ultimo volume cui abbia collaborato anche il compianto Francesco, e una delle sue ultime pubblicazioni in assoluto. La storia della cattedrale, che domina oggi la diocesi più vasta al mondo, viene raccontata in modo esaustivo e organico a partire dalle origini remote, cioè da quel rozzo spiazzo ad uso mercato che stava al centro della Milano celtica. Fu Gian Galeazzo Visconti, come è noto, a dare il via nel 1386 alle operazioni di costruzione dell'edificio in marmo di Candoglia consacrato a Maria Nascente, proprio laddove sorgevano la basilica di Santa Tecla e la chiesa di Santa Maria Maggiore. Decisamente più lunga (e difficoltosa) del previsto, la costruzione del tempio proseguì fino al Novecento inoltrato, circostanza che sta alla base della pluralità di stili e sensibilità estetiche che contraddistingue la nostra cattedrale, marcandone l'unicità. La vicenda della Veneranda Fabbrica del Duomo, poi, è ancora più lunga: copre infatti oltre seicento anni di storia della città, tanto che ancor oggi, quando il milanese doc vuole accennare a qualcosa che non finisce mai, è solito dire: «E' come la fabbrica del Duomo!». E a buon diritto: se i lavori per la cattedrale poterono dirsi terminati nel 1936, l'ente è ancor oggi vivo e vegeto, ha un elegante sito internet (www.duomomilano.it), un ricco archivio fotografico e organizza visite guidate per turisti e studiosi, oltre a occuparsi, com’è noto, dei numerosi interventi conservativi sulla struttura e sui preziosi manufatti presenti nella chiesa. Proprio riferendosi all'instancabile opera della Fabbrica, nel 1963 papa Paolo VI, lombardo d'origine (era nativo di Concesio, nel Bresciano) ebbe a dire: «E' la fede di un popolo che si esprime nel suo Duomo, è tutta una società, è tutta una comunità, è tutta una storia». Riscoprirne le tracce nel bel libro degli Ogliari è un modo piacevole per avventurarsi fra i volti, i personaggi e le epoche che hanno reso unica Milano, tra piccoli aneddoti e grande Storia. Un altro raffinato percorso milanese fra storia, religiosità e arte è quello proposto dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori fino a domenica, con la mostra fotografica di Paolo Liaci, alla sala dell'Arciconfraternita del Museo Diocesano.

Trentacinque istantanee sulla nostra cattedrale, dedicate agli amanti dello scatto d'autore o semplicemente a chi si chiede come possa un simbolo tanto imponente della milanesità riservare ancora qualcosa al «non visto». In occasione della mostra, l'ingresso al Museo è gratuito.

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