Cronaca locale

"Ogni bottiglia di Fernet porta Milano nel mondo"

Il conte Branca, quinta generazione della famiglia: «Sarà controcorrente ma noi non delocalizziamo»

"Ogni bottiglia di Fernet  porta Milano nel mondo"

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La leggenda narra che la ricetta dello storico Fernet Branca sia segreta, come la Coca Cola, e la conosca solo una persona per generazione. Oggi quindi solo il conte Niccolò Branca, presidente e amministratore delegato di Branca International, imprenditore, scrittore e filosofo, quinta generazione alla guida di una delle più importanti aziende del «bere bene all'italiana», conosce la ricetta integrale. Fondata nel 1845 da Bernardino Branca, distribuisce in centosessanta Paesi (e sta per lanciarsi alla conquista del mercato asiatico e africano), utilizza materie prima da quattro continenti ma la «Fratelli Branca Distillerie» ha fatto una scelta che oggi è quasi controcorrente: l'azienda non soltanto da 177 anni è in mano alla stessa famiglia ma non ha mai spostato la produzione da Milano, il quartier generale è in via Resegone, zona Dergano, a due passi da viale Jenner, attualmente ci lavorano settanta dipendenti. Esiste solo un'altra ditta in Argentina dove il Fernet è l'amaro più venduto. «Milano ha un legame inscindibile con il gruppo, un vincolo che non potremmo mai deludere - conferma Niccolò Branca -. L'identità della Fratelli Branca si consolida in simbiosi con Milano, e crediamo che la cosa sia reciproca. La decisione di mantenere la nostra impresa qui è una scelta controcorrente, una sfida che si contrappone alle logiche di profitto dell'era moderna in cui la delocalizzazione è spesso considerata una soluzione. Nonostante questo, abbiamo costantemente trionfato, contribuendo da 177 anni all'economia e alla prosperità del territorio». Gli piace chiamarlo «localismo globale: ogni bottiglia che esce dalla nostra sede in via Resegone preserva non solo l'identità, la maestria e il gusto italiani, ma specificatamente milanesi. Questo vale ovunque venga aperta e assaporata».

Fare impresa e cultura. «Milano è dove siamo nati, la nostra casa e la nostra sede da 177 anni. La mia famiglia è da sempre mecenate di artisti, pittori, fotografi - ricorda il conte Branca - e anche noi abbiamo voluto contribuire a sviluppare una cultura sociale con alcune opere che risvegliassero l'orgoglio della città. Come la Torre Branca per esempio, realizzata nel 1933 da Gio Ponti, che abbiamo restaurato nel 2002 dopo anni di chiusura, e restituito ai milanesi come dono verso la città che ci ha dato tanto e con l'intento di creare un punto di ritrovo». Ma in via Resegone 2, accanto al complesso indiustriale delle distillerie, dal 2009 è aperto al pubblico (con visite guidate) anche il Museo Collezione Branca, con oltre 500 botti, dipinti, disegni, bozzetti, oggetti e fotografie storiche. Sono state ricreate l'area erboristeria, il laboratorio chimico, la falegnameria, alle pareti sono esposti calendari realizzati dal 1886 al 1913 e i tanti manifesti promozionali firmati da Metlicovitz, Cappiello, Jean d'Ylen, Mauzan, Codognato, bozzetti delle campagne pubblicitarie degli anni Sessanta e Settanta. Branca ha creato anche un archivio fotografico con tutte le insegne pubblicitarie allestite nei bar e nei ristoranti di un tempo, nel 1981 fu allestita una mostra temporanea nel Museo del teatro alla Scala, oggi si può ammirare in via Resegone. Il museo viene visitato moltissimo da studenti delle scuole superiori e universitari, in tanti hanno scritto delle tesi sull'impresa made in Italy (o made in Milan) e Branca le ha esposte lungo il percorso. La visita guidata è gratuita ma possono accedere solo maggiorenni, si più prenotare il posto on line (www.museobranca.

it).

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