Oh Bej! Oh Bej!, il Comune: «A rischio l’ordine pubblico»

«Agli Oh Bej! Oh Bej! ci sono anche bancarelle di abusivi che vendono fumo» dice Riccardo De Corato. Il «fumo» non è (solo) paccottiglia, ma «canne, hashish, marijuana e chissà che altro», spiega il vicesindaco e assessore alla Sicurezza. Così si capisce ancora meglio l’appello di Letizia Moratti al governo. «La responsabilità principale è del prefetto - argomenta il sindaco -. Ovviamente noi collaboreremo in tutti i modi in cui il prefetto riterrà necessaria la nostra collaborazione, ma davanti a un numero così elevato di ambulanti non è più questione di contrasto all’abusivismo, ma è un problema di ordine pubblico».
De Corato dà i numeri dell’allarme: sono attesi intorno al Castello Sforzesco quattrocentocinquanta bancarelle regolari e tra i duemila e i tremila abusivi che mettono in mostra irregolarmente le proprie mercanzie. «Ci vuole un battaglione di poliziotti e di carabinieri. È gente con fedine penali ricche. Una bastonata, una denuncia in più, qualche giorno a San Vittore non gli cambia nulla. Non hanno niente da perdere» la descrizione desolata del vicesidaco. Aggiunge: «Vendono roba contraffatta, ricettata, anelli, monili, argento. Se non li fai entrare con i furgoncini, entrano portando a mano i sacchi con i prodotti da vendere» ricorda De Corato. «Due giorni prima mandano uno di loro a segnare con il pennello il posto da occupare. Al massimo hanno la licenza al loro paese. La cosa ancora più inquietante è che alla fine tutti i visitatori della Fiera vanno loro, perché vendono cose che non si trovano in giro».
Il problema, come sostengono all’unisono Moratti e De Corato, è nelle mani del prefetto, Gian Valerio Lombardi. Il questore ha messo a disposizione duecentocinquanta poliziotti, il Comune può aggiungere duecento vigili. «Possiamo anche mandarli via, ricorrendo all’uso della forza - approfondisce la questione De Corato - ma il timore è che creino altri problemi in occasione di eventi importanti per la vita della città.
Tra il sei e il sette dicembre Milano si raccoglie in avvenimenti di grande portata simbolica, rilevanti per il senso d’identità della città.

Nel giro di quarantott’ore si susseguono il pontificale del cardinale, Dionigi Tettamanzi, in Sant’Ambrogio, la consegna degli Ambrogini da parte del sindaco al Teatro Dal Verme e poi la prima della Scala. Uno sgombero forzato può determinare problemi di ordine pubblico altrove. Per questo in passato si erano concesse aree di tolleranza. Decidere tocca al prefetto e al ministro dell’Interno, il leghista Roberto Maroni.

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