Oh Bej Oh Bej, presidio a oltranza Gli abusivi: «Occuperemo Cadorna»

(...)Un inaspettato sostegno politico e «militare» è arrivato anche dal presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, che si è detto stufo della «ventennale tolleranza» delle giunte di centrodestra verso la «cronicità dell’abusivismo». Immediata la risposta del vicesindaco Riccardo De Corato: «A Milano fa freddo ma Penati forse soffre già il caldo elettorale».
Nessuno vuole arrivare allo scontro, già sfiorato ieri sera. Ma i metodi di chi protesta sono i soliti: occupazioni e sit in. Se gli abusivi non verranno ammessi alla fiera, oggi occuperanno piazzale Cadorna come atto di protesta. «Veniamo da Rimini - dicono alcuni -. Non abbiamo più un euro, in qualche modo apriremo i nostri banchi».
Ieri la giornata è stata lunga per gli artisti di strada e gli artigiani che non hanno ottenuto il permesso per partecipare agli Oh Bej Oh Bej. Prima in cinquanta, poi in cento, e in serata quasi in duecento, si sono radunati sul prato di parco Sempione, in viale Alemagna a un passo dall’area riservata alla fiera. «Ce ne staremo qui a oltranza» hanno detto gli abusivi, sostenuti anche da una piccola delegazione di studenti che si è staccata dai cortei e dalle occupazioni per unirsi alla loro protesta.
E così tra vin brulé, danze e tamburelli è trascorsa la giornata al freddo. Con tanto di volantinaggio per sensibilizzare i cittadini alla causa: «Rivendichiamo il nostro diritto al lavoro, non vogliamo rinunciare a questa fiera». Gli artisti, arrivati da tutta Italia, saltellano danzanti e vestiti da folletti per le vie del centro e arrivano anche in piazza Duomo e in piazza Scala per distribuire i loro «manifesti di denuncia». «L’amministrazione comunale - si legge nei volantini - si rifiuta di mediare con noi. Loro non ci vogliono ma voi cittadini sì. Ci saremo anche grazie al vostro sostegno. Non ce ne andremo, vi aspettiamo».
Per ora l’unico risultato ottenuto è il traffico totalmente paralizzato da via Canova fino alla stazione di Cadorna, dove i vigili hanno già delimitato l’area destinata alle bancarelle ufficiali della fiera.
«Nessuno riconosce i nostri diritti - protestano i giocolieri dei centri sociali -. Siamo degli artigiani e la nostra arte va riconosciuta. Invece nessuno ci dà spazio. Non hanno capito che siamo noi la vera anima degli Oh Bej Oh Bej, non i commercianti che vendono merce acquistata dai grossisti. Questa fiera è nata spontaneamente e chiediamo rimanga tale».
In effetti gli abusivi sono - o meglio, vorrebbero essere - più degli ambulanti autorizzati: un esercito di seicento contro i 407 con regolare permesso. Tra i gruppetti seduti sul prato a fumare alla vigilia degli Oh Bej, c’è qualcuno che ipotizza di cercare un’altra area. Uno spazio alternativo per dare vita a una fiera indipendente e non autorizzata. «Siamo sicuri - dicono - che i giovani verrebbero a cercarci per comprare i nostri prodotti». Verso sera la tensione sale. Mentre il gruppo di ambulanti è in assemblea, arrivano i carri attrezzi per rimuovere alcuni furgoncini con tanto di scorta della polizia in tenuta antisommossa per controllare la situazione. Subito gli abusivi si mobilitano e cercano di bloccare l’intervento, non senza qualche tensione.


Pronti a sfruttare fino all’ultimo minuto i quattro giorni di fiera sono i venditori autorizzati: 356 italiani e 49 stranieri. Quelli che pagano tra i 280 e i 340 euro per occupare i marciapiedi. Il Comune assicura che «oltre il 90 per cento della merce esposta è di alta qualità».

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