Ok di Moratti, il Manchester City va all’assalto di Balotelli

Emissari di Mancini a Milano. Per SuperMario offerti 25 milioni, giudicati troppo pochi dall’Inter. Ma si tratta. Gli sceicchi vogliono Kolarov per 18 milioni

Ok di Moratti, il Manchester City 
va all’assalto di Balotelli

Moratti lo ha messo in vendita. Non ufficialmente, naturalmente. Ma a modo suo. Leggete un po’: «Facciano proposte, poi decideremo. Valuteremo la soluzione». Ed infatti ieri pomeriggio sono planati a Milano i dirigenti del Manchester City. Mancini ha scelto Balotelli, SuperMario da qualche tempo ha deciso di lasciare la squadra. Lo fa intendere il manager. La battuta di ieri dice tutto: «Balotelli rimarrà in Italia, solo se Abete sarà silurato in Federcalcio». Non sarebbe una brutta idea ( quella su Abete) ma di difficile attuazione. Dunque... Ciao Mario. Lo dice l’interessato ai suoi amici. Lo ha confessato anche una settimana fa: vado via. Però preferirebbe lo United al City. Ma forse non si può avere tutto dalla vita. Ieri i dirigenti del City si sono incontrati con Marco Branca ed hanno cominciato a parlar di cifre. Circa un mese fa, il Manchester aveva chiesto: «Quanto?». E l’Inter aveva risposto in modo interlocutorio: «Vedremo!». Ieri gli emissari del sultano di Manchester hanno preso l’iniziativa: «Vanno bene 25 milioni di euro?». E Branca ha replicato: «Non bastano, ma c’è tempo per risentirci».
Il City è pronto ad arrivare a 30 milioni. L’Inter punta a 40, ma gli inglesi sanno essere convincenti: al Valencia pagati 28,75 milioni di euro per Silva, l’attaccante esterno che ha vinto il mondiale con la Spagna, spesi 24 per Ya Ya Tourè, 15 dei quali già pagati al Barcellona. Eppoi 10 per Boateng, il difensore ghanese-tedesco al mondiale con la Germania. In totale una 70ntina di milioni. Balotelli ha meno pedigree rispetto ad altri. E dunque le cifre vanno adeguate. Ieri non è comparso in Italia Gary Cook, l’uomo delle firme. Ma intanto i suoi dirigenti hanno trattato per avere anche Kolarov dalla Lazio: cifra proposta circa 18 milioni di euro. Se Lotito rifiuta, merita il guinness dei primati.
Qui si sta parlando di cifre da capogiro per il calcio italiano. E Balotelli sta dimostrando di essere il giocatore potenzialmente migliore non solo per il mercato. Non se ne sono accorti solo Lippi e Abete. Le altre sono storie da diario di povera gente. Secondo le ultime stime, l’Italia del calcio ha un indice di redditività pari a -12%, contro il -7% della Liga e un -5% della Premier League. Francia e Germania, invece, sono in attivo.
E, allora, vedi Denis che va all’Udinese per 4 milioni, si sprecano i pagamenti rateizzati in tre-quattro anni, si trattasse pure di un milione all’anno (Almiron al Bari). Il caso Cavani (manca solo la firma del giocatore) diventa un’eccezione: 16 milioni pagabili dal Napoli in 4 anni a Zamparini, che non ha certo problemi di cassa. Ma ha voluto accontentare il giocatore: «Edison aveva chiesto di andarsene per un paio di episodi spiacevoli. L’ho accontentato».
Ma poi vedi un Milan che non riconosci più: Galliani che si affanna a chiarire l’incedibilità di Ronaldinho e il (momentaneo) disinteresse per Dzeko. Serve vendere per comprare. Unico sollievo: l’ingaggio di Sokratis Papastathopoulos, costato 4,5 milioni più la comproprietà di Oduamadi, Albertazzi e Strasser, tre giovani del vivaio passati al Genoa. Intanto Gattuso, a sorpresa, era ieri a Düsseldorf, dove avrebbe preso contatti con i dirigenti del Wolsburg.
Ma ormai fa effetto pure ascoltare Moratti che mai ha guardato al soldo: «Cedere giocatori così bravi mi dispiace da matti, ma bisogna fare un po’ di attenzione ai numeri». Tanto da metter in dubbio anche l’ingaggio di Mascherano. Ieri ne ha parlato a pranzo con Benitez: «Mascherano ha una validità tecnico-tattica, è intelligente, però ne abbiamo altrettanto validi.

Bisogna capire se ci sono esigenze tecnico-tattiche e se c’è la possibilità e la necessità di prenderlo». Stessa risposta data a Mourinho quando chiese Quaresma. Poi Mou s’impuntò e Moratti, di malavoglia, lo accontentò. Ma questa sembra un’altra storia.

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