«Ok alla Ue: donne in pensione più tardi»

RomaL’adeguamento a 65 anni dell’età pensionabile delle donne nel Pubblico impiego - richiesto da una sentenza della Corte di giustizia europea - verrà deciso dal governo entro luglio ed approvato dal Parlamento entro l’anno. Lo conferma il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ricordando tuttavia che si tratterà di un intervento diluito nel tempo, flessibile, e che salvaguarderà i diritti acquisiti dalle pubbliche dipendenti. Inoltre, i risparmi conseguiti grazie all’allungamento dell’età pensionabile - che Brunetta valuta fra i due e i tre miliardi di euro in dieci anni - saranno reinvestiti a favore delle donne che lavorano, con asili nido e welfare familiare.
Quanto alla più generale riforma delle pensioni, Brunetta non si discosta dalla linea ufficiale del governo: «Una riflessione andrà fatta - spiega - e molto probabilmente, una volta scavallata la crisi e cioè nel 2010, occorrerà mettere mano seriamente al welfare». Nel governo, conferma, c’è un’opinione largamente maggioritaria ed è che è «inutile stressare la gente mentre c’è la crisi». Dopo si penserà al riordino, che non deve riguardare solo l’età pensionabile ma anche il welfare familiare e abitativo, e la rivalutazione delle pensioni in essere «che hanno un sistema di indicizzazione molto precario».
Secondo il ministro, i dipendenti del settore privato che hanno mantenuto il lavoro, i pubblici dipendenti, «e sono circa 15 milioni più 16-17 milioni di pensionati», non hanno perduto potere d’acquisto, che anzi si è rafforzato grazie al calo dei prezzi. Certo, c’è un’«area di sofferenza» che riguarda i 500mila disoccupati aggiuntivi nel settore privato, e l’intero lavoro autonomo: artigiani, commercianti, professionisti, agricoltori, atipici che in questi ultimi dodici mesi hanno visto calare il fatturato del 30-40%. «Il governo non sottovaluta questa situazione, tutt’altro», ribadisce Brunetta. Perciò sono stati rafforzati gli ammortizzatori sociali, e modificati gli studi di settore. Brunetta tuttavia critica i professionisti, che non hanno ridotto le parcelle a fronte dei risparmi burocratici introdotti, e le banche che «in questa fase si dimostrano molto egoiste».
Per le imprese sono arrivati, con il decreto legge approvato venerdì dal Consiglio dei ministri, oltre 2 miliardi di detassazione sugli utili reinvestiti e i bonus per mantenere l’occupazione. Il provvedimento, che incomincia il suo iter parlamentare in Senato, deve essere approvato entro il 7 agosto, data in cui le Camere si fermano per la pausa estiva. È possibile che durante il cammino in Parlamento, venga inserito nel decreto anche il nuovo «scudo fiscale», il rientro a pagamento dei capitali illecitamente detenuti all’estero: potrebbe valere fra i 3 e i 4 miliardi di entrate per l’erario.

Lo «scudo fiscale» dovrebbe essere approntato subito dopo il G8 dell’Aquila, in coordinamento con l’Unione europea, e potrebbe prevedere un’aliquota ridotta nel caso in cui i capitali rientrati fossero investiti in titoli di Stato oppure in obbligazioni di società partecipate dal pubblico come Eni ed Enel.

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