Roma

Le okkupazioni «pilotate» di Action

Marcello Viaggio

È giallo sull’okkupazione della palazzina di via Marliano, nel III municipio, da parte di un gruppo di sfrattati legati ad Action. Il comune di Roma sapeva dell’occupazione abusiva ma ha taciuto? Perché ad agosto ha sbattuto via gli africani che vi alloggiavano? C’è un business dietro questi spostamenti? Infine, una domanda diretta ai piani alti del Campidoglio: che ne è della solidarietà di Veltroni verso l’Africa? Proviamo a dipanare la matassa. Nel pomeriggio di domenica 2 ottobre un gruppo di dodici famiglie okkupa in poche ore la palazzina di via Marliano 12. Due mesi prima, proprio da quell’edificio erano stati sfollati un centinaio di africani, precisamente eritrei ed etiopi. Tutti provenienti dal cosiddetto Hotel Africa della stazione Tiburtina e alloggiati a spese del Comune fino a quando, in pieno agosto, il Campidoglio non ha appunto deciso di «trasferirli» in tutta fretta in altri centri di accoglienza, senza chiedere il loro parere e senza fornire nessuna spiegazione. La palazzina resta vuota, anche se il Comune, curiosamente, continua a pagare l’affitto, piuttosto salato, ai proprietari. Finché, quasi sessanta giorni dopo, la dozzina di famiglie sfrattate si stabilisce nei tre piani dello stabile, 13 stanze in tutto. Ogni piano misura 60 metri quadri. Alloggi per lillipuziani. Dentro c’è spazio a malapena per 2 letti, 4 se a castello. Gli africani erano stipati come sardine, nei corridoi, negli scantinati, perfino nel garage. Chi arriva, si adatta. Spunta dalle finestre un lenzuolo, poi un altro. Con le scritte: «Siamo gli sfrattati del III Municipio» e «Ci siamo presi casa». Contemporaneamente parte un comunicato di Action: «Chiediamo che il Comune tenga la gestione del palazzo e non lo riconsegni ai proprietari», dichiara Paolo Di Vetta a sostegno dell’occupazione. In altre parole: Veltroni continui a pagare l’affitto. Di Vetta dirige il cosiddetto «Sportello sfratti» di Action nel III Municipio, un’ampia stanza negli uffici di via Goito, proprio accanto al presidente Orlando Corsetti. Gli okkupanti di via Marliano sono tutti passati di lì. E il Campidoglio? Fin da agosto il vicepresidente del consiglio, Fabio Sabbatani Schiuma di An, bombarda di interrogazioni e telefonate l’assessore Raffaella Milano. Nessuna risposta. Un silenzio assordante. Il dubbio di Schiuma è che traslochi e spostamenti nascondano strani business. «Dietro l’occupazione di via Marliano - incalza il consigliere di An c’è la connivenza del Campidoglio, che ha cacciato i nordafricani dell’ex Hotel Africa per far posto ai Centri sociali. Chiedo al Comune - prosegue Schiuma - quale sia la programmazione e la progettualità su ciascuna di queste persone sbattute da un capo all'altro della città. Chiedo quale sia l’azione di integrazione, o se piuttosto dietro questi spostamenti non vi sia un business. Chiedo, inoltre, per quale motivo i nordafricani sono stati cacciati improvvisamente, per lasciare vuoto per due mesi l’edificio». Il timore, paventa l’esponente di Alleanza nazionale, è che si possa trattare di un’operazione studiata a tavolino per lasciare campo libero ad Action nel palazzo. E ancora, si domanda Schiuma, quanto incassano dal Comune i centri di accoglienza, affollati all’inverosimile, per ogni immigrato ospitato?
E non è finita. A causa dei lavori per la Metro B1, dal 15 ottobre il mercato rionale di via Stevenson verrà chiuso e trasferito proprio in via Marliano, e i furgoni per lo scarico e carico merci, che avrebbero dovuto parcheggiare nel garage del palazzo oggi okkupato, potrebbero essere costretti a sostare lontano, con pesanti disagi.

Si troverà una diversa collocazione per il mercato? E slitterà il via ai lavori della B1 in via Stevenson? Il rischio c’è.

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