Olanda: il grasso delle liposuzioni va nei biscotti per il "terzo mondo"

Un’azienda olandese avrebbe riciclato il grasso umano derivante dalla liposuzione per produrre biscotti da inviare a Paesi in via di sviluppo. Una donna etiope: "In Occidente si mangia così tanto che io posso vivere del loro grasso"

Olanda: il grasso delle liposuzioni 
va nei biscotti per il "terzo mondo"

Amsterdam - Un’azienda olandese avrebbe riciclato il grasso umano derivante dalla liposuzione per produrre biscotti e altri prodotti alimentari da inviare a Paesi in via di sviluppo. E alla notizia-shock un programma di attualità delle televisione olandese, Netwerk, dedicherà oggi un reportage speciale.

Grasso umano al terzo mondo
Nella sua pagina internet, la fondatrice dell’Irfak, Mieke Smits, spiega che l’azienda "ricicla grasso umano e lo trasforma in alimenti che si esportano verso il terzo mondo" o verso regioni con problemi di alimentazione a causa di guerre. La signora Smits spiega, per esempio, che uno dei suoi prodotti, sigillato ermeticamente per essere distribuito anche in situazioni estreme, è composto "al 50 per cento di grasso umano, al 50 per cento di zucchero e da un’enorme quantità di vitamine aggiunte".

Lotteria delle liposuzioni Non solo: per incrementare il numero dei "donatori", l’azienda ha organizzato una riffa che assegna al vincitore una liposuzione gratis. E in un’intervista concessa a una televisione locale dell’Olanda meridionale, la L1Tv, si vede la signora Smits che mostra una borsa contenente "il grasso del primo vincitore della promozione". "La gente può iscriversi attraverso una nostra pagina Internet e vincere una liposuzione", una volta ogni sei mesi. la Irfak collabora da due anni con una clinica chirurgico-cosmetica (la ’Van Gerven & Van Iersel’), dove vengono realizzate le liposuzioni sorteggiate.



"Viviamo col grasso dell'Occidente"
Nella pagina Internet, si legge anche una lettera di tale Dingana, sedicente "beneficiaria" etiope, che ringrazia la Irfak per averle consentito di sopravvivere ed aggiunge una riflessione personale: "Quando mi hanno raccontato che il cibo che mi consentiva di andare avanti era fatto di grasso umano ho sorriso: ho pensato che in Occidente la gente aveva mangiato così tanto che mia sorella ed io riuscivamo a vivere con il loro grasso in eccesso".

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