I Giochi di Pechino non sono finiti. Ma come, direte voi, Cammarelle non ci ha regalato lultima medaglia doro prima della sfarzosa cerimonia di chiusura? Vero, ma quelle erano solo una delle due Olimpiadi in terra cinese. Le altre, le Paralimpiadi, iniziano il prossimo 6 settembre e terminano il 17 dello stesso mese.
Si chiamano così perché sono parallele alle Olimpiadi vere e proprie. Quelle dei normodotati per intenderci, anche se a pensare alle imprese di Bolt e Phelps viene piuttosto da usare il termine superdotati. Le Paralimpiadi sono invece i giochi dei disabili. E anche qui la cruda parola non rende giustizia a gesta sportive di alta classe e abnegazione. La comitiva azzurra, partita ieri alla volta della Cina, è composta da 86 atleti. Quattordici di questi sono lombardi, iscritti al Cip, il Comitato italiano paralimpico.
Ben sette sono impegnati nel canottaggio (Simone Miramonti, Graziana Saccocci, Daniele Stefanoni, Stefania Toscano, Daniele Signore, Vittorio Bolis e Mahila Di Battista), due nel ciclismo (Cinzia Coluzzi e Fabrizio Macchi), due nel nuoto (Efrem Morelli e Maria Poiani Panigati), due nel tiro con larco (Mario Esposito e Alberto Simonelli) e uno nel tennis (Mario Gatelli). Tutti straordinariamente bravi, a dispetto del loro handicap: cè chi è paraplegico, chi è non vedente o chi ha un arto amputato. Ma nessuno difetta delle qualità essenziali per praticare sport: la forza di volontà, la passione, la determinazione.
Grazie a un accordo siglato tra il Cip lombardo e Blogosfere (il network di 150 blog professionali suddivisi per aree tematiche), saranno pubblicati sui siti pechino2008.blogosfere.it (lo stesso che ha seguito passo dopo passo le Olimpiadi) e arteesalute.blogosfere.it news, aggiornamenti, commenti e post sulle Paralimpiadi. «Per noi - spiega il presidente del Cip Lombardia, Francesco Mondini - è loccasione giusta per farci conoscere attraverso uno strumento così vicino alla gente come Internet. Credo che molti internauti verranno a contatto con un mondo nuovo per loro, ma affascinante come quello degli sport normalmente seguiti in tv. Agli appassionati di sport vorrei poi ricordare che anche da noi esistono tanti Pistorius».
Chissà che uno di questi non sia proprio lombardo.
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