Olimpiadi, Roma elimina Venezia L’ira della Lega: rubano pure i Giochi

Roma«Roma ladrona!». Il grido di battaglia con cui la Lega Nord si fece conoscere al Paese torna nel giorno della grande sconfitta. O della grande vittoria, dipende dai punti di vista: Roma è la candidata ufficiale dell’Italia per le Olimpiadi del 2020. Venezia perde. Sfuma il sogno dei cinque cerchi che galleggiano sulla laguna. Sessant’anni dopo i Giochi del 1960, Roma potrebbe tornare a ospitare il più grande evento sportivo del pianeta.
La decisione è arrivata al termine della riunione del consiglio del Coni. Sessantotto «sì», un astenuto e un voto contrario, subito autodichiarato: nel salone d’onore si è levato l’urlo del senatore Giuseppe Leoni: «Roma ladrona. Ora ci hanno rubato anche le Olimpiadi». La commissione di valutazione aveva attribuito alla città eterna 32,5 punti su 35, a Venezia sono andati 20,1 punti. Il capoluogo veneto non ha dunque raggiunto il parametro 6, soglia minima fissata dal Cio, il comitato olimpico. Il consiglio nazionale del Coni si è limitato a confermare la candidatura di Roma.
Strutture già esistenti, maggiore esperienza organizzativa, più poli per le gare: le motivazioni che hanno portato alla scelta della capitale sono queste, puramente tecniche, ha sottolineato il presidente Gianni Petrucci: «Abbiamo agito alla luce del sole: nessuno ha fatto pressioni». Le candidature erano «tutte e due belle, tutte e due affascinanti», ma «noi candidiamo una città per vincere, non per partecipare. Sappiamo che le altre città concorrenti saranno agguerrite, ma stavolta abbiamo chance. Possiamo coltivare un sogno».
La reazione leghista è stata dirompente. Il più diplomatico, alla fine, è apparso Umberto Bossi: «Ora è necessario che Zaia tratti con il sindaco di Roma - ha detto, provando a mediare - per vedere se Venezia può ottenere almeno i giochi acquatici». Gianni Alemanno, interpellato, già risponde «no»: «Una sede olimpica non si può scomporre». La strada della pacificazione, insomma, sembra lontana. E questo non farà bene alle chance azzurre. Le possibili concorrenti di Roma potrebbero essere Madrid, Tokyo e Istanbul. Ma solo il prossimo anno il Cio metterà l’etichetta di «candidata» sulle città prescelte.
Intanto qui la vicenda dei Giochi alimenta l’interminabile lacerazione Nord-Roma. In Veneto ieri sembrava esserci un partito unico, tutte le forze unite contro una decisione definita «vergognosa», annunciata e «politica». Secondo l’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari la vittoria della capitale è «una scelta che rispecchia la situazione di questo Paese: anchilosata e appesantita, senza capacità di innovare, di riformare e di immaginare». È però «una stupidaggine e un’idiozia totale» la proposta alternativa di Bossi. Il governatore veneto Zaia addirittura non esclude «un intervento formale in altre sedi» contro la bocciatura. È una decisione che «induce amarezza» anche per il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Durissima la nota di commento del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, del Pd: «La politica, vera attrice di questa scelta, dovrà interrogarsi se ha veramente fatto l’interesse della nazione e dello sport».

Orsoni ha ricevuto una «cordiale telefonata» da Alemanno. Il sindaco vincitore ieri dal Campidoglio ha già dato le cifre economiche: «Il costo complessivo è di 10 miliardi di euro, ma di questi solo 1,9 miliardi sono di investimenti pubblici».

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