da Roma
Il nome del giornalista Enrico Mentana è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla fuga di notizie diffuse nel corso della puntata di «Matrix» del 10 gennaio scorso, sull'omicidio di Simonetta Cesaroni. Nel fascicolo, affidato al pm Giuseppe De Falco, compaiono anche i nomi della giornalista Ilaria Cavo e del consulente Roberto Testi.
I reati presi in considerazione, a seconda delle posizioni, sono quelli di rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio (articolo 326 del codice penale) e pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento (684 cp). L'articolo 326 del codice penale stabilisce che «il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio, che, violando i doveri inerenti alle funzioni o al servizio, o comunque abusando della sua qualità, rivela notizie di ufficio, le quali debbano rimanere segrete, o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni». La fattispecie è attribuita, quindi, soltanto al consulente.
La contravvenzione (art. 684 cp) è contestata, invece, a «chiunque pubblica, in tutto o in parte, anche per riassunto o a guisa d'informazione, atti o documenti di un procedimento penale, di cui sia vietata per legge la pubblicazione».
«Non ne so assolutamente nulla. Lo apprendo in questo momento dall'Ansa, non ho ricevuto nessuna comunicazione». Così Enrico Mentana ha commentato la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati.
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