Omicidio Meredith, spunta il terzo uomo

La rivelazione del Giornale dell'Umbria: trent’anni, biondo, occhi azzurri, un berretto di lana bianco calato sulla testa ed una felpa scura griffata Napapjiri. C'è un medico pronto a testimoniare

Omicidio Meredith, 
spunta il terzo uomo

Perugia - Trent’anni, biondo, occhi azzurri, un berretto di lana bianco calato sulla testa ed una felpa scura griffata Napapjiri. Il quotidiano locale Il Giornale dell’Umbria che ha fatto del giallo di Meredith Kercher una delle sue inchieste principali, rivela a sorpresa che questo personaggio, mai sentito dagli inquirenti, potrebbe essere l’uomo chiave del delitto.

Il terzo uomo I giornalisti-dective Francesca Bene, Antioco Fiois e Luca Fiorucci che firmano la maggior parte degli articoli su Mez, inseriscono accanto ad Amanda, Raffaele e Rudy questo giovane, che, scrivono, sarebbe noto a Perugia come assuntore e spacciatore di sostanze stupefacenti (i redattori dicono di conoscerne nome e cognome che, ovviamente, comunicheranno agli inquirenti per gli accertamenti), che la mattina del delitto si sarebbe aggirato per piazza Grimana con le mani, i vestiti e le scarpe sporchi di sangue, farfugliando "L’ho ammazzata". In questo stato sarebbe stato notato, proseguono, da una mezza dozzina di persone e dai paramedici di un’ambulanza del 118 di passaggio nella zona, molte ore prima del ritrovamento del cadavere di Mez. Questi testimoni lo avrebbero segnalato agli investigatori (che allora ne hanno già tenuto conto nell’inchiesta) ma, pare, che le sue impronte non siano mai state repertate.

Il trestimone A tirare in ballo questo "Napapjiri" è stato un medico del Pronto soccorso che nel corso di un servizio estraneo a questo caso avrebbe domandato cosa si sapesse su "quel ragazzo con le scarpe sporche di sangue", che "conosciamo bene, è stato spesso soccorso da noi". Questo medico avrebbe poi precisato ai giornalisti che la mattina del ritrovamento del cadavere di Meredith un’ambulanza l’avrebbe incrociato, fermato, ottenuto risposte evasive, mentre un gruppetto di amici abituali sempre avvicinati dai medici, avrebbero aggiunto di averlo sentito dire "scoppierà l’inferno, devo allontanarmi da qui". I giornalisti, oltre sottolineare che la circostanza di "un giovane insanguinato e in stato confusionale la mattina del delitto è un fatto importante in sè, ma anche perchè lo stesso avrebbe avvertito i suoi amici di allontanarsi da piazza Grimana circa tre ore prima che la polizia postale scoprisse il delitto", aggiungono altre informazione.

Che il personale del Pronto soccorso avrebbe raccontato che il giovane in questione, dopo il delitto, per circa un mese e mezzo, avrebbe pernottato al nosocomio prima di essere ricoverato in una comunità di recupero. Vengono dal mondo della comunicazione, quindi, le ultime battute di un’indagine che sembrava essere avviata sulla via della conclusione e potrebbero invece rimetterla in discussione.

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