Gli oncologi napoletani ritengono fondamentale la diagnosi precoce nella cura dei tumori al seno

In Italia ogni anno trentottomila donne vengono colpite dal tumore al seno. Tra il 2000 e il 2005, l'incremento dei casi di cancro alla mammella è stato del 28,68 per cento per donne in età compresa tra i 25 e i 40 anni. Il 21 per cento circa delle pazienti, non riesce a vincere la battaglia contro la malattia mentre, quattrocentomila donne, ingaggiano la lotta contro la neoplasia, cercando di sconfiggerla con le cure. A queste preoccupanti cifre, ne va aggiunta un'altra: sono centinaia le pazienti al di sotto dei 20 anni, costrette ad affrontare il cancro. In Campania, nel 2008 sono stati registrati 3.821 nuovi casi di tumore al seno: il 21 % non riesce a vincere la battaglia contro la morte.
I dati sono allarmanti, non solo per quanto riguarda il nostro Paese ma, in tutto il mondo. Tuttavia un cauto ottimismo è emerso nel corso del convegno: istituzioni, scienza e comunicazione a confronto, una sorta di G8 dei centri di senologia presenti in Campania, che si è tenuto nell’Istituto per la cura dei tumori Pascale, a Napoli. Padrone di casa, il professor Giuseppe D'Aiuto, direttore del dipartimento di senologia del Pascale. «In Italia oltre trentottomila donne sono coinvolte in percorsi di cura e di follow up per questa neoplasia, che registra la sua incidenza massima dopo la menopausa, con una stima che varia da circa 200 casi su 100mila donne con 50 anni d'età, a 225 casi con 60 anni, fino a 300 casi su centomila con 70 anni».
Dai lavori è emerso che, la Campania sarebbe all'altezza della situazione, per affrontare il fenomeno, per strutture, strumenti e capacità professionali. La regione, infatti, ha istituito otto Breast Units sul suo territorio, coordinate dal Pascale. Spiega ancora D'Aiuto che quasi sempre le neoplasie vengono diagnosticate in maniera occasionale attraverso percorsi poco codificati e, tutto ciò determina un ritardo diagnostico». Un ruolo importante nella lotta lo riveste la prevenzione. Fondamentale il coinvolgimento delle associazioni no profit. Oggi in oncologia si è proiettati verso la ricerca di terapie personalizzate.

In questa ottica l'antraciclina liposomiale pegilata, una formulazione frutto delle moderne tecnologie farmaceutiche, permette all’oncologo di disporre dell'efficacia delle antracicline standard riducendone il rischio di cardiotossicità indotta da tale classe di chemioterapici, oltre ad assicurare una riduzione quasi totale della caduta dei capelli.

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