Così la Ong islamica in Italia ​insegna a picchiare le donne

Le esortazioni ai musulmani sul sito "Dalla luce alle tenebre" gestito dalla Alumma International, una Ong che dovrebbe aiutare i poveri in Africa

Così la Ong islamica in Italia ​insegna a picchiare le donne

Punire le donne con violenza è permesso nell'islam. Anzi: lo impone Maometto. A dirlo è un sito islamico, ma non di quelli legati all'Isis o a chissà quale cellula terroristica. No: a mettere nero su bianco le indicazioni per bastonare "lecitamente" una donna è l'Ong "Alumma International". Un ente umanitario con base a Brescia e che sembra nascondere sotto il velo del non profit un'attenta attività di proselitismo islamico.

"Picchiate le donne, ma moderatamente"

Il portale web incriminato si intitola "Dalle tenebre alla luce". Ad attirare l'attenzione è un articolo intotolato "La dignità della donna nell'islam" che risale al 2012 ma ancora molto letto in Rete. Dopo una lunga disamina sul perché il gentil sesso è veramente libero solo se sottomesso ad Allah, si arriva alla parte più interessante. Il punto 10 si intitola "La punizione e la correzione della donna".

"Il sistema di correzione della donna nell'islam - si legge - è applicabile in circostanze e condizioni determinate e precisissime". Picchiare la donna nell'islam è vietato solo se non ci sono buone motivazioni. Se invece la moglie è ribelle, se non vuole sottomettersi all'uomo, allora quest'ultimo ha tutto il diritto di menar le mani. Attenzione, però: si tratta di una "medicina amara" che il marito (o padre) ha l'obbligo morale di somministrare.

"La cura (all'insubordinazione della donna, Ndr) ha tre tappe. La prima: quella del consiglio, dell'esortazione e l'ammonimento, agitando la punizione di Allah, ricordando i diritti del marito e l'obbligo di obbedirgli; il tutto con parole dolci ed affettuose. Se tutto questo non serve, si passa alla seconda tappa: astenersi dall'avere rapporti sessuali con la moglie, non rivolgerle più la parola. É una tappa in cui si ricorre alla dolcezza e nel contempo alla durezza. Se anche questo rimedio non ha risultati, si passa alla terza tappa: si ricorre all'atto di picchiarla, senza violenza, senza provocarle una frattura, o lasciarle traccie, evitando sempre i danni al viso: lo scopo essendo di ristabilire la disciplina e non di fare del male o provocare danni, ma di farle capire che la sua insubordinazione è inammissibile".

Pestare la donna sì, ma moderatamente.

Il sito gestito da una Ong islamica in Italia

Il particolare più curioso, però, riguarda i gestori del sito di propaganda islamica. In fondo alla pagina web, infatti, si legge che ia gestirlo è appunto Alumma International, una Ong musulmana "nata con l’obbiettivo di aiutare i paesi dell’Africa impegnandosi in maniera reale ed effettiva a salvare vite umane, evitare il diffondersi di malattie, mantenere la dignità umana e creare istruzione".

L'indirizzo web alumma.it non è molto aggiornato, ma è ben attivo il servizio di donazioni online. Con un semplice clic si può contribuire alle varie attività umanitarie: raccolta fondi per aiutare gli orfani, soldi per costruire scuole in Africa e donazioni per rendere potabili i pozzi. L'ultima opera di cui si ha notizia riguarda la realizzazione di un pozzo a Benin, in Africa Occidentale. Le foto sono state pubblicate su Facebook da Abou-Ammar Assudani, che della Alumma è stato segretario generale.

Tutto molto bello. Viene però da chiedersi se i soldi raccolti vengono investiti anche sul sito "Dalla luce alle tenebre". Quanti dei fondi destinati ai pozzi - per esempio - sono stati spesi per ospitare un articolo che esorta gli uomini a bastonare le donne?

Senza contare, poi, che la Alumma International è finita sotto i riflettori anche quando, un anno fa, il predicatore islamico radicale Saad bin Ateeq al-Ateeq pubblicò alcune foto in cui apparve più volte l'insegna dell'Ong. Nel suo bagaglio di sermoni, infatti, al-Ateeq vanta dure invettive contro cristiani ed ebrei. Non solo. Come scriveva La Stampa, Alumma nell'aprile del 2015 ha organizzato un incontro con l'ex imam della moschea della Mecca. Normale? Non proprio, considerando che tempo fa ad Adel al-Kabani è stato negato lo sbarco a Londra per via delle sue predicazioni radicali.

Chissà se anche lui avrebbe spiegato ai musulmani di Parma come picchiare "con moderazione" le donne.

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