Onorevoli «crociate», non paga Pantalone

Gentile direttore, ho letto con attenzione la lettera del signor Leonardo Cecca e la sua risposta. Così ho deciso di risparmiarle la fatica di verificare di persona la fondatezza delle accuse che in maniera molto leggera e garbata vengono lanciate nei confronti del nostro pellegrinaggio. Capisco che possa essere sfuggito ma più volte in fase di organizzazione e successivamente, anche attraverso i media, abbiamo chiarito che chi ha partecipato ha pagato per sé e per i propri familiari. Non c’è stato alcun esborso di denaro pubblico. Può sembrare incredibile in un periodo in cui va particolarmente di moda fustigare la casta, ma è così. Quanto poi all’utilità del nostro pellegrinaggio ho poco da aggiungere. Il viaggio intrapreso in Terrasanta, così come i precedenti in Grecia, Turchia e Portogallo (nelle nostre «crociate» siamo piuttosto originali), è il gesto semplice di una piccola comunità che, in questi anni, è cresciuta all’interno del Parlamento.

Un modo per riscoprire le origini di quella fede che, per noi credenti impegnati in politica, è parte integrante della nostra attività. Quanto sia utile un’esperienza di questo tipo non spetta certo a noi dirlo. Saranno i cittadini a giudicarci per come sapremo tradurre nei fatti la nostra identità.
vicepresidente della Camera dei deputati

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