IstanbulAssediate prima da monovolume e Suv e, più recentemente, dai crossover, le station wagon stanno uscendo dallaccerchiamento grazie a un profondo rinnovamento del design che attraversa tutte le marche, una dignità stilistica più elevata per un tipo di vettura che conserva intatte le sue doti di flessibilità e funzionalità unite alla maneggevolezza che non si trova nelle concorrenti. Adesso è il momento di Opel, marchio che da quasi 60 anni non ha mai fatto mancare le familiari per i suoi modelli di punta, con la nuova Astra Sports Tourer, la station wagon che aggiunge un importante tassello nella gamma della media di Rüsselsheim che sarà presto completata dal coupé Gtc.
Lunga 4,70 metri, larga 1,81, alta 1,53, la Sports Tourer sfoggia una linea dal forte family feeling che rispecchia quanto anticipato nel nome, con forme ben modellate, quasi scolpite e una coda dal taglio dinamico che non pregiudica in alcun modo la funzionalità, confermata dai 500 litri di capienza del vano bagagli in posizione standard. Il passo, che sfiora i 2,70 metri, ha permesso di realizzare un abitacolo spazioso e luminoso nonostante la linea di cintura alta, disegnato per sottolineare la sportività dellauto, mentre alla versatilità provvedono numerosi dispositivi che facilitano il carico e le operazioni per modificare gli spazi dove alloggiarlo. FlexFold, Easy Access Cover, Luggage Compartment Cover e Flex Organizer sono i complessi termini che definiscono le funzioni che permettono di trasformare lAstra Sports Tourer in un autentico cargo (fino a 1.550 litri di carico) in pochi secondi. Senza dubbio nuova nelle forme, la wagon di Opel cela sotto la pelle ciò che la distingue dalle concorrenti dellaffollato e competitivo segmento medio, quello, tanto per intenderci, della Volkswagen Golf. Latout dellAstra è lesclusivo telaio FlexRide con sospensioni che si adattano automaticamente al fondo stradale e allo stile di guida, rapide nel passare da un assetto sportivo a uno più confortevole per una marcia sempre sicura grazie ai sistemi di controllo di trazione e di stabilità. Messo alla prova sulle strade della grande Istanbul (15 milioni di abitanti, e moltissimi purtroppo sempre in macchina, a ogni ora del giorno e della notte) e della Turchia asiatica al di là del Bosforo, dove, evidentemente, mancano i fondi per chiudere le buche in un asfalto piuttosto incerto, lo chassis ha dimostrato in ogni momento la sua efficienza. A rendere piacevole lesperienza, sotto unacqua a momenti torrenziale e su superstrade a cinque corsie spesso rallentate da improvvisi quanto inspiegabili ingorghi, ha poi provveduto il motore 2.0 Cdti da 160 cv (134 grammi/km di CO2) abbinato al cambio manuale a sei marce ben rapportate, che non fa rimpiangere la trasmissione automatica, disponibile come optional, che porta le emissioni di anidride carbonica a 156 grammi/km. Sotto il profilo delle emissioni il propulsore più virtuoso è l1.3 Cdti, da 95 cv, che con il sistema Start/Stop consuma appena 4,1 litri/100 km di gasolio (109 grammi/km di CO2). A completare la gamma dei motori ci sono altri due diesel 1.
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