Le opere di Starobinski, Block e Bonadonna esprimono cultura scientifica e umanistica

Un intellettuale perennemente in movimento, Jean Starobinski, che porta avanti un costante lavoro sull'identità dell'uomo; un'opera prima, «Io non ricordo» di Stefan Merrill Block, sulla diffusione di una variante precoce dell'Alzheimer ma soprattuto sulla lotta contro la malattia e la presa di coscienza dell'individuo che scopre la propria condanna; un grande oncologo, Gianni Bonadonna, che riscrive con l'aiuto di un sensibile giornalista, Giangiacomo Schiavi, la medicina dalla parte del paziente e chiede un nuovo esame per i giovani medici: quello di umanità.
Sono questi i vincitori della settima edizione del Premio Letterario Merck Serono. Secondo la giuria del Premio, questi autori hanno saputo compiere quella contaminazione tra cultura scientifica e cultura umanistica che costituisce l'obiettivo primario di questa iniziativa.
«Sebbene siamo quotidianamente a contatto con i risultati concreti della ricerca scientifica, la scienza è spesso vissuta come qualcosa di altro, di lontano, materia per pochi eletti», racconta Paolo Grillo, direttore relazioni istituzionali Merck Serono ed ideatore del Premio. «Emerge quindi la necessità di rendere la conoscenza scientifica accessibile a tutti e di stimolare nel pubblico l'interesse ad interrogarsi su temi complessi che sono alla base dello sviluppo e del cambiamento nella nostra società. La sfida consiste nel rendere semplici temi e linguaggi troppo spesso incompresi o vissuti come distanti, reintegrando quindi la scienza e la percezione che di essa si ha nel quotidiano, come parte naturale della vita dell'uomo».
I vincitori saranno premiati a Roma, giovedi 9 luglio a Villa Miani. A consegnare i riconoscimenti, illustri esponenti del mondo scientifico e di quello della cultura tra i quali il professor Leonardo Santi (presidente comitato nazionale per la biosicurezza, le Biotecnologie), lo scrittore e poeta Franco Marcoaldi, la scrittrice Patrizia Carrano, il professor Carlo Alberto Redi, biologo dell’università di Pavia e membro dell'Accademia dei Lincei, il professor Bruno Dallapiccola, direttore Istituto Mendel. Jean Starobinski vincitore del premio alla carriera ha insegnato letteratura francese, storia delle idee e storia della medicina dal 1953 al 1985. I suoi saggi sono diventati dei classici, hanno offerto nuove prospettive su alcune grandi opere del passato e alcuni temi della cultura occidentale moderna.

Starobinski porta avanti un costante lavoro sulla nostra ricerca di una identità sospesa tra essere e sembrare, tra natura e artificio, tra autenticità e inautenticità, tra appropriazione di sé e alienazione e che può essere abbordata da tutti i punti di vista in cui questo intellettuale ha operato (come critico, medico, psichiatra).

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