Si intitola Opus incertum la nuova rivista semestrale del Dipartimento di Storia dellArchitettura e della Città dellUniversità degli Studi di Firenze, appena uscita e presentata allArchivio di Stato di Firenze. Veste grafica elegante, in bianco e nero su carta patinata, è edita da Polistampa, unattiva ed emergente casa editrice, fondata da Mauro e Antonio Pagliai - padre e figlio - ed ora sistemata nella nuova sede di via Livorno, nella zona di San Lorenzo a Greve, alle porte di Firenze.
Tre le pubblicazioni che brillano negli scaffali, spicca la rivista, una delle rare sulla storia dellarchitettura. Il titolo Opus incertum riprende un termine impiegato nellarchitettura antica romana per indicare un tipo di paramento murario caratterizzato da elementi irregolari per forma e dimensione. Una definizione simbolica e ironica, per quell«incertum», come spiega Amedeo Belluzzi, direttore scientifico. Direttore responsabile è invece Ezio Godoli.
Caratteristica della rivista è di essere monografica. Ogni numero è dedicato ad un particolare argomento, che in questo primo riguarda Palazzo Pitti. Il prestigioso palazzo fiorentino è ripercorso in tutta la sua storia attraverso vari articoli specialistici: dalla biografia di Luca Pitti, il cui nome si lega alla costruzione delledificio, allimpresa costruttiva, sondata attraverso documenti e testimonianze. Dalla committenza artistica della famiglia Pitti tra Quattro e Cinquecento ai lavori fatti fare da Eleonora da Toledo, moglie di Cosimo I de Medici, dagli interventi di Bartolomeo Ammannati ad altro ancora.
Il secondo numero riguarderà invece larchitettura italiana dei cinena, soffermandosi sul problema della conservazione di ambienti ormai storici, spesso distrutti o pesantemente alterati.
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