Milano - Dietro lo sbarco milanese di David Beckham si è consumata la guerra santa delle tv. Conclusa, per fortuna degli interessati, con un sano armistizio dopo l’intervento di Pier Silvio Berlusconi al telefono con Adriano Galliani per cancellare dall’agenda di sabato sera l’idea, in verità assurda, di trasformare la conferenza-stampa di presentazione dell’inglese in una edizione straordinaria di Sky-calcio-show, lunga un’ora, con Beckham e Galliani, intervistati da Ilaria D’Amico e le altre tv, Mediaset compresa, fuori a masticare amaro. Schierati di traverso anche gli agenti americani di Beckham, allarmati dalla piega glamour data alla serata. Non si tratta di un agente Fifa qualunque, meglio segnalarlo. A occuparsi della pratica del suo trasferimento al Milan c’è “Società 19”, un colosso del settore guidato da Simon Fuller, uno staff di 200 persone alle spalle, oltre che avvocati e commercialisti di grido. «David viene a Milano per fare il calciatore e poi, scusate, chi è D’Amico?» le elementari obiezioni rimbalzate sul tavolo degli organizzatori rossoneri incaricati da Galliani di curare l’evento in ogni dettaglio, compreso il tour riservato per scegliere l’albergo dove alloggiare. Così, al culmine di una serie di agitate telefonate, viene definito il programma ufficiale: cancellata l’esclusiva, per domani sera a San Siro, mentre è prevista la semplice diretta di Skysport 24 con l’accesso alle telecamere di Mediaset e Rai, le domande libere dei giornalisti, italiani e stranieri, presenti nel salone di San Siro.
Non è l’unica sorpresa riservata dalla vicenda. Che si trascina dietro, nelle pieghe dell’attesa, un piccolo segreto. Tocca al diretto interessato, a David Beckham cioè, svelarlo. Il contratto da lui firmato, in vigore dal 1° gennaio secondo la normativa italiana, prevede il prestito, gratuito, fino a giugno dai Galaxy al Milan. E fin qui niente di nuovo. L’impegno sottoscritto prevede anche, già definita nel dettaglio, la possibilità di protrarre alla stagione 2009-10 la presenza di Beckham in rossonero. In caso di partenza confermata per gli States a metà aprile, le parti devono provvedere a una rescissione consensuale. Ma sulla data di partenza l’unica persona deputata a sciogliere il mistero è lui, Beckham cioè.
«Sarà lui a farlo» fanno sapere dal Milan. Questo è un dettaglio tutt’altro che insignificante e s’intreccia con le malinconiche vicende tecniche del Milan attuale, afflitto da infortuni a ripetizione ed assenze eccellenti. Milan che, intanto, organizza un’amichevole nobile Oltre Manica, per il prossimo 4 febbraio, ad Ibrox, contro i Glasgow Rangers. Galliani e Braida devono dunque tornare sul mercato per approvvigionare Ancelotti di un mastino per il centrocampo: non si esclude che l’Inghilterra possa essere la pista giusta dopo i sondaggi con esito negativo presso la Samp e l’Udinese; «se ci sarà l’occasione la coglieremo ma non sarà un giocatore di primo livello», la chiosa di Galliani. Ma anche Beckham, qualora dovesse risultare utile alla patria rossonera nei tre mesi previsti, come segnala Gattuso dal suo letto di dolore («strano che vada via così in fretta»), potrebbe alla fine esaminare la possibilità di fermarsi rinunciando al ritorno negli Usa.
Per la felicità di Capello che lo avrebbe sotto gli occhi in Europa e non più defilato, in un calcio di serie C, a Los Angeles.
È vero, trattenere Beckham in Italia è una operazione complicata per via dei sontuosi contratti con gli sponsor a stelle e strisce. «Beckham vuole fare solo il calciatore» ripetono i suoi agenti. L’incontro con Silvio Berlusconi è previsto domenica sera a San Siro, ai margini di Milan-Udinese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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