MilanoI soldi dei pensionati e dei lavoratori per pagare gli avvocati e difendere vandali e manganellatori. Magari di carabinieri e poliziotti. A metterli la Cgil, il sindacato di una sinistra che invece di occuparsi di chi rischia il posto in fabbrica o fatica ad arrivare a fine mese, pensa bene di organizzare un «collegio comune di difesa» per toglier dalle grane i teppisti (con denunce penali) che a novembre hanno occupato le scuole. Non studenti che avevano qualcosa da dire, magari sulla riforma Gelmini, ma quelli che hanno lasciato un conto salatissimo a carico della comunità in danneggiamenti e vandalismi. Ancora da quantificare per quanto riguarda le scuole, ma probabilmente anche superiore a quel «milione di euro» che costeranno a tutti noi i cortei di quelle giornate.
Ad annunciarlo a Repubblica, il segretario generale della Camera del Lavoro di Milano Onorio Rosati che dopo le aperture agli extracomunitari, ora scopre anche i licei come possibile bacino di reclutamento per un sindacato in crisi che vede paurosamente diminuire il numero delle tessere. E degli iscritti disposti a seguire i capi sindacalisti nelle ormai più sparute manifestazioni. «Viste le notizie apparse sui giornali relative a possibili azioni penali nei confronti delle mobilitazioni studentesche - ha scritto Rosati in una lettera agli studenti - riteniamo politicamente indispensabile dare vita a iniziative di sostegno alle mobilitazioni democratiche in difesa della cultura e del diritto all’istruzione». Proprio così. Per Rosati e la Cgil è «politicamente indispensabile» difendere chi ha impedito ai compagni di frequentare le lezioni, aggredito gli uomini delle forze dell’ordine e causato (così, solo per divertimento) milioni di euro di danni. Da togliere ad asili, scuole, ospedali, case popolari o aiuti ad anziani in difficoltà. Perché questo hanno fatto quelli a cui la Cgil di Milano vuol mettere a disposizione i suoi trenta avvocati. Manzoni, Vittorio Veneto, Pascal, Tenca e Caravaggio i punti più caldi della contestazione. Con la polizia costretta a intervenire in tenuta antisommossa su richiesta di presidi esasperati. Non bigotti e retrivi conservatori, semplicemente diligenti appartenenti alla pubblica amministrazione intenzionati a ristabilire una legalità violata. Tanto che le denunce per quei «bravi ragazzi» parlano di «occupazione abusiva», ma soprattutto di «violenza privata». Con il Comune intenzionato a costituirsi parte civile nei processi e i fascicoli già in procura sul tavolo di Grazia Pradella, diligente e attento magistrato dell’antiterrorismo che si occupò della strage di piazza Fontana.
Su quei giorni di occupazioni violente ora ci sono rapporti della Digos, fotosegnalazioni di studenti impegnati nei vandalismi e soprattutto quelle di no global e infiltrati dei centri sociali. Gente in età (e testa) non certo da liceo che ogni volta approfitta per sfogare gli istinti più bassi. Come i sette della «Bottiglieria» che dopo essere entrati al liceo artistico Caravaggio «con i visi coperti», aver messo i banchi a bloccare le porte, avevano dormito nella scuola prima di essere denunciati dagli agenti chiamati dalla preside piuttosto allarmata.
«La Cgil vuol difendere questa gente? Sono a dir poco sconcertato - replica il vicesindaco e assessore alla sicurezza di Milano Riccardo De Corato - Ma si rende conto il sindacato che quel patrimonio vandalizzato è di tutti noi? Anche dei lavoratori che forse Rosati farebbe bene a difendere anche da questi teppisti». Il diritto alla protesta degli studenti? «Ma quale protesta. A Milano gli studenti sono 150mila, la manifestazione più affollata è arrivata a nemmeno 2mila. Ma chi difende la Cgil? La minoranza della minoranza. E poi la maggior parte non erano nemmeno liceali, ma i soliti violenti dei centri sociali». Non una persecuzione? «Nel codice penale - scandisce De Corato - c’è un reato specifico, il danneggiamento contro il pubblico patrimonio. Come può pensare la Cgil che davanti alla distruzione di aule e palestre, la questura potesse non procedere d’ufficio?».
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