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«Ora Clegg chieda la testa di Gordon Brown»

Per il politologo Anthony King il leader dei libdem è il vincitore del secondo dibattito tv tra candidati premier nel Regno Unito. «Ma non sarà la televisione a decidere chi vincerà»

«Se fossi Nick Clegg la prima cosa che farei sarebbe chiedere la testa di Gordon Brown». All'indomani del secondo dibattito televisivo tra candidati premier in Gran Bretagna e a due settimane dalle elezioni più incerte degli ultimi venti anni, Anthony King, uno dei politologi più noti nel Regno Unito e professore all'università dell'Essex, è convinto e si augura che l'ondata favorevole ai liberaldemocratici possa tradursi nell'uscita di scena del leader laburista e primo ministro uscente Gordon Brown. «Se fossi Clegg, subito dopo il voto fare un accordo per impedire a Brown di tenere la carica di capo del governo».
Anche per lei Clegg è dunque il vincitore di questo secondo duello tv?
«Direi che lo è nel senso che ha mantenuto il ruolo di "big player", di uomo centrale. Alla fine ai libdem non interessa la vittoria, ma interessa restare l'ago della bilancia. E ieri Clegg non ha sbagliato le sue mosse».
Eppure i sondaggi sono discordanti. Qualcuno aggiudica a Cameron la vittoria.
«Sicuramente la sua performance di ieri è stata migliore della prima. Ma le sorti delle elezioni non si giocheranno sui dibattiti televisivi».
Ma non crede che la tv abbia cambiato il volto di questa elezione incoronando Clegg nuovo re della politica inglese?
«Clegg sta sicuramente beneficiando di tutto lo spazio che gli è stato dato in tv e il suo successo sta ovviamente anche nella sua personalità. Ma la verità è che negli inglesi sta prevalendo la stanchezza per i due partiti principali e i libdem si presentano come l'alternativa».
Com'è possibile che agli inglesi piaccia un europeista convinto e un leader disposto a un'amnistia per gli immigrati?
«La verità è che gli inglesi non sanno granché delle politiche dei libdem e anche se non sono pro-europei non hanno un'idea precisa del ruolo che l'Inghilterra dovrebbe svolgere in Europa».
Come hanno fatto i conservatori a bruciare tutto questo vantaggio? La colpa è di Cameron?
«La crisi ha danneggiato i tory. La prospettiva di tempi duri dal punto di vista fiscale non li aiuta e il partito dà ancora l'impressione di essere un partito di ricchi. Nella gente prevale la paura della novità e loro si sono mostrati indecisi. Cameron non ha commesso errori nel modo di presentarsi in tv ma dato anche lui la sensazione di incertezza su alcune questioni».
Però i giochi restano aperti.
«Certo che sì. Anche perché non illudiamoci che i dibattiti tv cambino le cose. La prima volta c'erano 10 milioni di inglesi davanti allo schermo, ieri addirittura 4, meno della metà. Ci sono oltre 30 milioni di inglesi che decideranno senza la tv».
Ieri Cameron non ha escluso di poter lavorare coi libdem.
«E infatti nessuna ipotesi a questo punto è da escludere.

I due principali partiti sanno che dovranno fare i conti con i libdem».
La coalizione labour-libdem resta la più quotata?
«È una delle opzioni. Ma se fossi Clegg chiederei la testa di Brown subito dopo il voto. E credo che alla fine Clegg lo farà».

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