Lipotesi è suggestiva quanto intricata e, lo diciamo subito, il condizionale è dobbligo. Secondo il professor Andrea Carandini non solo dai sotterranei di SantAnastasia a Roma, sotto il Palatino, proprio accanto alla sede del Partito democratico, si potrebbe accedere al famoso Lupercale, la grotta sacra che ricordava agli antichi romani il mito di Romolo e Remo allattati dalla lupa, della quale recentemente sembrano essere stati scoperti alcuni ambienti, forse un ninfeo, ma sul fazzoletto di terra dove oggi sorge la basilica potrebbe essere stato celebrato il primo Natale del Cristianesimo fissato al 25 dicembre di, più o meno, 1680 anni fa, poco dopo il concilio di Nicea del 325 d.C., in piena opera di «cristianizzazione» dellimpero romano da parte di Costantino.
Fino ad allora è noto che, sulla base della tradizione orientale ancora oggi rispettata dai cristiani ortodossi, la nascita di Cristo veniva onorata insieme allEpifania il 6 gennaio. Saranno gli scavi a comprovare o meno lultima ipotesi di Carandini che ha ricordato come, visitando circa un mese fa i sotterranei di SantAnastasia, si sia imbattuto in un muro romano «chiaramente dellepoca di Augusto»: fu questi infatti a fissare definitivamente sul Palatino, alle spalle dellattuale chiesa, la residenza degli imperatori dalla quale tra laltro, tramite una sorta di balconata ampliata nei secoli, gli imperatori assistevano agli spettacoli nel sottostante Circo Massimo.
È questa una delle aree più antiche di Roma e il palazzo, sempre secondo la ricostruzione di Carandini, avrebbe inglobato nel tempo la zona del Lupercale. Qui secondo la tradizione visse anche Romolo, un luogo ritenuto per questo nei secoli «sede dei palazzi del potere». Quando Costantino divenne imperatore, nel 306 d.C., iniziò lopera di «cristianizzazione» dellimpero che, instaurando la nuova religione al posto di quella pagana, sostituì anche fisicamente i luoghi di culto. A Roma non ce ne era uno più importante della grotta del Lupercale ed è facile creare un paragone tra la grotta di Romolo e Remo e quella di Gesù: un parallelismo che non sfuggì, per esempio, a San Girolamo.
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