Roma - Palazzo Giustiniani, sala Zuccari, ore 12. Ci sono gli imprenditori chiamati a raccolta da Anton Francesco Albertoni per il «concistoro della nautica». Qui c’è l’Italia che parla di lavoro. Cerca soluzioni per uscire dalla crisi. E chiede con voce ferma i suoi sacrosanti diritti. A poche centinaia di metri, in un altro Palazzo delle Istituzioni, va in scena il paradosso. Qui è in piena attività lo «squadrismo politico», una banda di «Mister Nessuno» impegnata a bloccare la ripresa e lo sviluppo di un Paese con le ossa rotte. Perché? Loro non parlano di lavoro. Non sanno che cosa significhi. Lontani anni luce - come sono - da tante piccole aziende in odore di «chiusura per crisi». In un ipotetico appello dei nullafacenti, ciascuno di questi signori dovrebbe avere il coraggio di alzare la mano e dire: «Presente!». E magari andare a lavorare. Giovedì scorso la nautica italiana ha chiesto al governo interventi legislativi concreti. «L’industria nautica italiana - ha detto il presidente di Ucina, Anton Francesco Albertoni - ha retto l’impatto della crisi finanziaria internazionale con grande forza di volontà, una caratteristica propria delle aziende del settore che hanno voluto salvaguardare con grande determinazione l’occupazione e la leadership conquistata negli ultimi decenni a livello internazionale, attraverso investimenti e innovazione, una vera prova di coraggio imprenditoriale. Per questo chiediamo al governo interventi legislativi rapidi e concreti, che ci consentano di guadagnare in termini di competitività, e vadano nella direzione di una maggiore semplificazione normativa, della riforma del sistema portuale e delle aree protette. Ma bisogna agire in fretta. Ora che abbiamo saputo affrontare la crisi economica, non vorremmo fronteggiarne un’altra, quella politica, che aprirebbe scenari incerti e confusi per il governo del Paese». Il numero uno di Confindustria Nautica ha denunciato ancora una volta «le campagne di comunicazione persecutorie nei confronti di chi va in barca. Quasi fosse un sinomimo di ricco, quindi di evasore. Un’operazione mediatica sbagliata e inconcludente, da vera caccia alle streghe». Ucina andrà avanti per la sua strada, impegnandosi ancora di più nella collaborazione con l’Agenzia delle Entrate - un gran lavoro che ha già prodotto la pubblicazione del «Vademecum sul leasing nautico» - per completare il quadro dei chiarimenti sull’impiego dei grandi yacht adibiti a noleggio, ma anche per far nascere in Italia nuove aziende per l’affitto di piccole imbarcazioni, equiparando la locazione al noleggio. Quindi un appello alle Regioni: aprire subito un tavolo di confronto sul demanio federale, l’unico vero motore di sviluppo per il Sud. Secondo Ucina, infatti, la questione porti è un’emergenza che ha bisogno di infrastrutture, anche attraverso il recupero delle strutture esistenti e il coordinamento delle normative locali sul rilascio delle concessioni. All’assemblea pubblica sono intervenuti alcuni rappresentanti delle Istituzioni. Altri hanno buttato via un’occasione per rendersi utili. Il senatore Cesare Cursi, ha sottolineato come proprio la sua Commissione abbia presentato al governo una mozione mirata a sbloccare l’erogazione degli incentivi per il comparto nautico, proponendo inoltre di includere «il settore nell’ambito di un’inchiesta nazionale sullo stato dell’industria». Il senatore Antonio D’Alì, dal canto suo, ha sottolineato il proficuo rapporto di collaborazione che si è instaurato tra Ucina e la Commissione ambiente, rinnovando «l’impegno nella promozione della riforma delle aeree marine protette». [TESTO]La rimodulazione del testo della riforma sulla legge 84/94 in materia di portualità commerciale[/TESTO], è il piatto forte del senatore Luigi Grillo che, tra l’altro, ha confermato la sua «apertura a una revisione del Codice della Nautica da Diporto». Atteso l’intervento diell’onorevole Francesco Belsito: «Mi auguro - ha detto - che il disegno di legge Calderoli-Brunetta in materia di semplificazione completi in tempi brevi l’iter di approvazione in Senato», ribadendo l’opportunità del federalismo demaniale come strumento di sviluppo per la nautica da diporto. Nel corso della sessione privata dell’Assemblea della Nautica, Infine oltre, è stato affidato ad Aldo Bonomi, vicepresidente di Confindustria, e a Italo Volpe, capo ufficio legislativo del ministero dell’Economia, il compito di approfondire il tema del «contratto di rete» quale nuovo strumento per la competitività. In particolare, Bonomi ha annunciato un protocollo di intesa sviluppato da Ucina e dalle associazioni territoriali di Confindustria per agevolare i contratti di rete, volti a incrementare le sinergie tra imprese della stessa filiera produttiva. Secondo Bonomi (intervistato dal Giornale di Bordo sabato scorso sull’argomento), infatti, «mettendosi in rete», le aziende del comparto nautico potranno sviluppare collaborazioni tecnologiche e commerciali, beneficiando di agevolazioni finanziarie e amministrative e acquistando una maggiore forza contrattuale.
Italo Volpe, parlando a nome del ministero, ha sottolineato l’efficacia del «sistema reti d’impresa», ricordando che il governo si è già espresso positivamente in merito alla possibilità di defiscalizzare gli utili reinvestiti dalle imprese fino a un milione di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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