(...) Stavolta lIdv non ci sta. E finisce a cartellette sbattute sulle scrivanie, scambi di accuse e, ovviamente, voci di inciuci per trovare eventuali «rinforzi» alla maggioranza tra gli eletti dellopposizione. La frattura nel centrosinistra è profonda. E persino la scelta tra la vendita degli ultimi immobili rimasti o più tasse per tutti diventa il problema più facilmente risolvibile. Il taglio degli assessori esterni, simbolo della casta che rinuncia a tutto tranne che alle poltrone che tengono uniti gli alleati, potrebbe anche essere superato. I rapporti tra lIdv e Burlando con il suo Pd, quelli no. Quelli sono il vero problema.
Perché nelle riunioni di giunta finisce sempre allo stesso modo. Con Marylin Fusco, vicepresidente dipietrista, che neppure può aprir bocca. «Cè sempre qualcuno che con arroganza mi interrompe e mi costringe a tacere - conferma senza timori -. Uno è lassessore Claudio Montaldo, ma non solo lui». Il riferimento allassessore alla Sanità non è casuale, perché è proprio il responsabile dellultimo scontro. Marylin Fusco non si fa problemi a raccontare. Quello che di solito si viene a sapere grazie alle voci di corridoio, stavolta viene ribadito persino in un collegamento in diretta con Radio Babboleo News. «Ho detto che da anni facciamo una politica seria - spiega Fusco - Montaldo si è risentito. A questo punto non so se lui abbia qualche peccato sulla coscienza». Eh sì, perché lui, Montaldo, in giunta sbotta e sbatte la cartellina sul tavolo: «Se è così, me ne vado». La tregua arriva a fatica e non tra i due direttamente. Ma anche Burlando è infuriato con la sua vicepresidente che non vuole dire cosa pensa di fare sulla legge di vendita degli immobili: «Devo sapere cosa vuole fare la mia giunta», esplode il capo. Ma la numero due di De Ferrari lascia che esploda. Non risponde. E con tutta calma fa quello che crede meglio, Cioè porta in commissione lemendamento che verrà poi allegato al bilancio. «Sono stata la prima a trovare la soluzione per far fruttare meglio questi immobili - rivendica Fusco -. Ma questa non è solo una questione urbanistica. Qui bisogna assumersi una responsabilità di giunta tutti insieme. Visto che quanti soldi entreranno e come verranno usati, se bene o male, se per una cosa o per laltra, sono scelte che non riguardano il mio assessorato». Quindi si voterà in aula, davanti a tutti. E lì ogni consigliere dovrà sapere cosa pensano di fare dei soldi ottenuti sia Pippo Rossetti, assessore al Bilancio, sia Claudio Montaldo, responsabile della Sanità.
Il fatto che il maltrattamento continuo subito da Marylin Fusco è lo stesso che Burlando e il Pd impongono da tempo a tutto lIdv. E qui il partito di Di Pietro fa muro. Anche Niccolò Scialfa arriva alle brutte con Burlando sulla proposta del partito di azzerare i sei assessori esterni, cioè non già consiglieri eletti, che rappresentano stipendi e spese in più per la Regione. «Non accetto imposizioni né compromessi - taglia corto Burlando nei corridoi - Se insistete mi dimetto e andiamo tutti a casa». È lultima cosa che avrebbe dovuto dire a Scialfa. Che non ne ha mai fatto questione di poltrone. «Va bene, andiamo a casa - rilancia la sfida - Io torno a fare il preside, il mio lavoro ce lho. Di Pietro ha più volte dichiarato di volermi chiamare a incarichi nazionali, figurarsi se mi preoccupo di un posto in giunta».
Tra laltro, tra i sei assessori a rischio taglio, ce ne sarebbe anche uno dellIdv. «Limportante è che Burlando si assuma la responsabilità di quello che accade - riprende Scialfa -. Perché sa benissimo che il problema non è quello di salvare una sua assessora o qualcun altro. Il problema è la sua stessa credibilità, la sua leadership. Lui teme che rispettando noi, altri del suo partito capiscano che non è più quelluomo politico che mantiene legemonia anche culturale in Liguria. E allora sì che i lupi lo sbranerebbero». Aria di rimapsto per trovare laccordo. «Burlando sa che noi siamo disponibili al dialogo - conclude Scialfa -. Ma per dialogare occorre essere in due. Rimpasto? Certo, si potrebbero togliere tutti e sei gli assessori esterni e rimpiazzarli con altri tre, ovviamente eletti, che non costerebbero un euro in più alle casse della Regione».
Quello che probabilmente peserà non poco sulla riunione di maggioranza in programma domani è lultima dichiarazione di Ezio Chiesa, consigliere ex Pd, che non è stato invitato allincontro perché, come gli è stato detto «non fa più parte della maggioranza che governa la Regione». Altro atto di arroganza del Pd nei confronti di chi ha comunque finora sostenuto la coalizione. Dora in poi, spiega Chiesa, «valuterò di volta in volta cosa votare».
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