Naturalmente, osserva Carlo Montalbetti, «questa di Ferrante è la nostra proposta per la città, che non è stata discussa con i partiti dellUnione». Come dire: Ferrante potrebbe saldare il centrosinistra per le Comunali previste a primavera ma «bisogna che il centrosinistra risponda al più presto». Annotazione che i tempi stringono, come osserva pure Nando Dalla Chiesa: «Bisogna dire sì oppure no in tempi rapidi, credo che ci sia bisogno già oggi di un complesso giro di telefonate. Consultazione necessaria perché Ferrante non è lunico candidato». Sorpresa: la Margherita ha pronti altri nomi, «chi? preferisco mantenere il riserbo e non bruciare potenziali candidati. Ma, sia chiaro, Ferrante è persona che stimo perché ha saputo dare risposte precise nellinteresse dei cittadini. Nessun atteggiamento preconcetto nei suoi confronti, quindi ma prima di dire sì alla sua candidatura ci sono dei passaggi interni ai partiti da compiere».
«Passaggi» che chiarisce il diessino Pierfrancesco Majorino: «Domani affronteremo nella segreteria del partito il tema Ferrante. È unipotesi anche se sappiamo che trova riscontro nella società civile e che tanti sostengono sarebbe un grande candidato». Niente sconti, dunque, per il rappresentante dello Stato. Anche Ferrante deve compiere quel tragitto che non ha portato bene alloncologo Veronesi e che ha persino messo allangolo il presidente della Provincia, quello che è considerato il candidato di riserva, in caso estremo.
Quel presidente di Provincia che, tra laltro, ha sempre sostenuto Ferrante quale punto di riferimento anti-Albertini: «Lavevo contattato tempo fa...» raccontava Penati una sera di metà settembre a un gruppo di cronisti alla Festa dellUnità. Non disse, però, Penati, quale fu la risposta di Ferrante. Seguì, invece, il suicidio del centrosinistra ambrosiano. Con Adriano Celentano che, proprio ieri sera, dagli schermi della Rai valutava «Fo un sindaco giusto per Milano». Promozione di chi non sa che allombra della Madonnina è rispuntato il prefetto candidato, dopo che Ferruccio De Bortoli ha declinato linvito a infilarsi in quello che Massimo Cacciari definisce il «manicomio» del centrosinistra. «Speriamo che Ferrante dica sì» avverte Montalbetti, «altrimenti?». Cade la linea telefonica. Meglio non richiamare: il super-candidato non cè.
Gianandrea Zagato
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