Maria Rosa Quario
da Cesana Pariol
Olimpiade come grande occasione per lo slittino, per salire alla ribalta una volta ogni quattro anni, ma anche per costruire un futuro migliore a questo sport che vede lItalia (ma sarebbe meglio dire lAlto Adige) fra le grandi potenze mondiali pur senza una pista su cui allenarsi. Cera quella di Valdaora, ma fu chiusa e abbandonata alla fine degli anni Settanta, troppo pericolosa. Così, dopo la grande festa per Armin Zoeggeler, il pensiero va al futuro, quello prossimo con la gara femminile e quella del doppio maschile (possono arrivare altre medaglie) e quello anteriore, con le preoccupazioni per la gestione della pista di Cesana Pariol, cattedrale da 80 milioni di euro in un deserto di fango.
«Speriamo solo che dopo i Giochi non venga abbandonata, speriamo che diventi il nostro quartier generale. È un po lontana da casa, ma i ragazzi sono abituati, per allenarsi devono sempre andare allestero, siamo stufi però di dover pregare le altre federazioni (Germania, Austria, Norvegia, Usa e Francia) e soprattutto di dover pagare caro (38 euro a discesa) luso delle loro piste. Averne una nostra su cui poter testare i materiali lontani da occhi indiscreti sarebbe il massimo».
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