Un milione duecentomila euro ecco quanto valgono i tre stabili comunali occupati dagli autonomi di Torchiera, Conchetta e Circolo dei malfattori. Un numero piuttosto indicativo di per sè ma che va considerato nella sua doppia valenza: al mancato introito per le vuote casse comunali - due di questi stabili, Cox e Circolo dei malfattori si trovano in zone di assoluto pregio - bisogna aggiungere il costo che avranno quando saranno liberati. Le palazzine si trovano in pessime condizioni, elemento che abbassa notevolmente il valore immobiliare qualora li si volesse vendere, e che fa prevedere un’ingente costo di ristrutturazione. A essere precisi il Circolo dei Malfatori di via Torricelli, tra i Navigli e San Gottardo, occupa un negozio di ben 82,93 metri quadri che potrebbe essere affittato bene, a tutto vantaggio del bilancio di Palazzo Marino. A fornire le stime è il Demanio del Comune che a maggio stimava 1.222.399 euro i tre stabili occupati, cui bisogna aggiungere la palazzina demaniale che ospitava il settore parchi e giardini di via Valvassori Peroni, diventata lo Spazio Occupato blackaut, di cuI al momento non si conosce il valore.
«Questi stabili - denuncia il vicepresidente del consiglio comunale Riccardo De Corato - non possono essere venduti dal Comune, se non occupati, e sono diventate delle vere e proprie zone franche, dove avviene di tutto e di più. Basti pensare che intorno al Torchiera, di fronte al Cimitero Maggiore, si sono insediate decine di roulottes di rom e nomadi abusivi». L’ex vicesindaco ricorda anche le devastazioni provocate dagli autonomi dopo lo sgombero, nel gennaio 2009, del Cox18, il Conchetta appunto, che si impadronì della palazzina a due passi dal Naviglio dopo solo tre settimane. E mai più sgomberati, nonostante la palazzina di via Conchetta fosse stata messa in vendita, così la splendida - se ristrutturata - cascina Torchiera. Sono vent’anni che si cerca di liberare il Conchetta, 32 volte è stato rinviato lo sgombero del Circolo dei Malfattori, altrettanto del Leoncavallo.
Palazzo Marino - l’accusa - non solo lascia gli autonomi indisturbati, ma si preoccupa di consegnare un’altra cascina di proprietà demaniale al gruppo Cabassi. Così un bene privato occupato - l’ex cartiera di oltre 1000 metri quadri di via Watteau, sede del Leoncavallo - viene scambiato con un bene pubblico di pari valore.
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