Ora il primo obiettivo da ex è tenere lontani i giudici

Il presidente uscente ha ritrovato il sorriso con Sarkò nella speranza di essere protetto contro magistrati troppo zelanti

da Parigi

Oggi è per Chirac l’ultimo giorno all’Eliseo. Alle 11 precise un’auto blu, con a bordo il suo successore eletto, Nicolas Sarkozy, varcherà il portone del palazzo presidenziale e si fermerà proprio sotto gli scalini, all’interno del grande cortile. Chirac dovrebbe essere all’esterno, ad attendere proprio su quegli scalini il suo compagno di partito Sarkozy, che è stato anche il rivale di alcune importanti battaglie politiche. I rapporti tra Jacques Chirac, 74 anni, e Nicolas Sarkozy, 52 anni, sono stati teneri e costruttivi in un passato ormai remoto, diventando in seguito per lo meno agrodolci. In realtà, più agri che dolci.
Chirac, che negli anni Sessanta aveva giocato a fondo la carta del giovane virgulto del gollismo, si è trovato a fianco una decina d’anni dopo il rampante Nicolas Sarkozy, pronto a sua volta a presentarsi come la speranza in erba della destra francese. Proprio come Chirac ha giocato qualche brutto tiro al leader storico del suo movimento, l’ex primo ministro Jacques Chaban-Delmas, il suo successore Sarkozy ha costruito il proprio successo su alcuni «scherzetti» a spese di quello che stava ormai diventando un «uomo del passato». Così le relazioni Chirac-Sarkozy si sono fatte piuttosto tese, come si è visto nel 2002, quando molti prevedevano l’accesso di «Sarkò» alla carica di primo ministro, che Chirac ha invece voluto dare a Jean-Pierre Raffarin. Già in precedenza c’era stato un brutto screzio tra quei due personaggi, visto che nel 1995 - in vista delle elezioni presidenziali svoltesi nella primavera di quell’anno - Sarkozy aveva sostenuto l’allora primo ministro Edouard Balladur in contrapposizione proprio al suo compagno di partito Jacques Chirac. Dopo l’ingresso di quest’ultimo all’Eliseo, Sarkozy ha ricevuto un’autentica punizione, venendo emarginato da responsabilità politiche di primo piano e dovendo tornare per qualche anno al suo lavoro di avvocato (che Sarkozy non ha in realtà mai svolto per lunghi periodi, a causa proprio del suo ormai tradizionale ruolo politico).
Oggi quel passato di reciproci dispetti sembra lontano anni luce. Tra Chirac e Sarkozy sono i sorrisi ad avere la meglio. I sorrisi e l’ottimismo. Il discorso tenuto ieri sera dal presidente della Repubblica - che è stato all’Eliseo per ben dodici anni - è ispirato a una prova di fiducia e di amore nei confronti della Francia e dei francesi. Tanto ottimismo non può che sottintendere la ritrovata fiducia di Chirac in Nicolas Sarkozy. Una fiducia forse non del tutto disinteressata, visto che - come alcune recentissime vicende sono parse dimostrare - alcuni giudici francesi stanno attendendo la fine del mandato presidenziale di Chirac per rivolgergli imbarazzanti domande a proposito (tra l’altro) del finanziamento ottenuto tanti anni fa dal suo movimento politico in condizioni forse non proprio trasparenti. La protezione e l’amicizia di Sarkozy potrebbero rivelarsi assai utili per Chirac nel suo futuro rapporto con alcuni magistrati transalpini. C’è anche chi vocifera un’ambizione di Chirac a favore di mandati nazionali o internazionali. In Francia gli ex presidenti della Repubblica non diventano senatori a vita, ma nessuno può impedire a Chirac di ambire a un seggio alla Camera alta del Parlamento francese (i cui membri vengono eletti dai cittadini che già dispongono a loro volta di mandati elettivi).

Altre voci vorrebbero Chirac destinatario di un importante mandato internazionale, come ad esempio l’incarico da parte del segretario dell’Onu di favorire il dialogo tra israeliani e palestinesi. Si vedrà. Per adesso una sola cosa è certa: Jacques Chirac - uno dei personaggi storici della Francia del dopoguerra - esce di scena dopo mezzo secolo di vita politica.

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