Conta solo esserci e rispondere presente. I programmi, le coalizioni, i partiti vengono dopo. La priorità è rispondere alla chiamata alle armi, cioè alla politica. Chiamatelo papa straniero o papa nostrano, ma non in sua presenza. Perché Profumo non lo accetta. L'ex ad di Unicredit ha risposto presente. E questo in certi ambienti conta più di un reale impegno. Ma non chiamatelo papa. "Io non sono un papa e non ho un progetto ma solo una disponibilità a rendermi utile. Se c’è qualcuno che ha senso di responsabilità questo è il momento di farsi avanti. Io ci sono". Insomma, come da sua stessa ammissione, Profumo non ha un progetto, non ha un partito che ufficialmente lo sostenga. L'unica cosa che lo anima è la disponibilità a rendersi utile. Che è un po' come dire: io ci sono ma per far cosa decidete voi. In un’intervista al quotidiano Il Trentino, Profumo parla della situazione economica contingente e rassicura i catastrofisti del downgrade del rating dell’Italia, perché "non è né l’inizio né la fine, è un termometro e non è il termometro la causa della febbre. Avverto tanta rabbia in giro. Perché temiamo di lasciare un Paese peggiore di quello che abbiamo trovato".
Sulle sorti del governo, Profumo non ha dubbi: "Non possiamo permetterci due anni di campagna elettorale. Non si può arrivare a fine legislatura in mezzo a questo massacro mediatico e con le economie mondiali in queste condizioni". E ripropone quella che fu la proposta di Pisanu: cioè un momento di decantazione. Per cambiare la legge elettorale e arrivare al voto. Insomma, l'idea che anima l'ex banchiere è principalmente una: le dimissioni del governo. E se poi si entra nel merito, ecco che Profumo tira fuori una proposta tanto cara a diversi uomini della sinistra, Amato in primis. Quale? La patrimoniale. Ma attenzione: per Profumo deve essere una "vera patrimoniale. Dura. Una cura da cavallo tutta indirizzata a diminuire il peso della nostra spesa pubblica. Una botta al debito. Ma ancora non basta. Occorre affiancarla con interventi a più ampio spettro. Incidere sui processi strutturali, intervenire sulla governance, guardare a quello che ci aspetta senza ascoltare le sirene dei cacciatori di voti. Servono riforme, quelle riforme che Berlusconi ha solo promesso. Serve un grande ridisegno delle regole".
E poi c'è il capitolo giovani. Profumo sembra avere una ricetta anche per le giovani promesse. Una ricetta da esportazione, però. "Servono ragazzi che vadano all'estero, facciano esperienza, lavorino in team, elaborino capacità di comando e di ascolto. Non dobbiamo più avere paura del confronto. Vedo ragazzi che mi chiedono: che fate, ci lasciate col sedere per terra? Intercetto molta preoccupazione. Che non è solo del tipo: mi basteranno i soldi? ma riguarda la vita, le aspettative, il lavoro, le opportunità di realizzazione. Ecco, c'è voglia di pensare al futuro. Tutti si aspettino che la politica ci pensi ma scoprono che non lo fa. Chiedono programmi, chiedono serietà".
Alcuni di questi giovani però faticano a credere alle parole dell'ex ad Unicredit e lo hanno dimostrato. Infatti, un gruppo di studenti del collettivo Trento Anomala ha protestato contro la presenza di Profumo a un covegno universitario a Trento chiedendogli di devolvere i 40 milioni di euro di liquidazione, per contrastare i tagli fatti dalla riforma universitaria.
"E' disarmante il fatto che sia un banchiere a venire a parlarci di crisi e di soluzioni alla precarietà sul mondo del lavoro - affermano gli studenti, come riporta il sito di Libero -. A parlare di crisi e di soluzioni ad essa devono essere coloro che la vivono e la subiscono ogni giorno, nelle facoltà, nei posti di lavoro e nei luoghi di socialità che attraversano".
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