Roma

Ora il rebus dei candidati ai municipi

Forza Italia e An cercano di puntare sulle «competenze»

Michela Giachetta

E ora ci si gioca i municipi. La squadra di Alemanno è stata presentata ufficialmente, con tanto di comitato di saggi e futuri assessorati. Ma la partita nel centrodestra rimane aperta sulle candidature dei minisindaci, tanto è vero che ieri pomeriggio sia An che Forza Italia si sono incontrati separatamente per definire i dettagli. Che poi tanto dettagli non sono. Si parla, infatti, di presidenze, di numeri, di nomi. Chi lascia e chi andrà.
Che la partita sia ancora da giocare emerge anche nella conferenza che si è tenuta ieri, in cui il candidato sindaco ha dichiarato che «sui municipi e sulle liste apparentate si sta ancora discutendo, non in una logica spartitoria, ma legata alla scelta di persone credibili. Il pacchetto complessivo del nostro progetto verrà annunciato dopo il 28 aprile», l’ultimo giorno utile per la presentazione delle liste. Motivo del contendere sono soprattutto tre municipi, il II, il XVII e il XVIII. È ancora da decidere, infatti, se il XVIII spetterà a Forza Italia o ad An. Chi se lo aggiudicherà cederà il II all’altro. «La presidenza del II Municipio spetta a Forza Italia», spiega il coordinatore azzurro, nel II municipio, Renato Panella. Ma Fabio e Stefano De Lillo, rispettivamente consigliere comunale e regionale azzurri, dichiarano che «sul XVIII non si tratta». «Se alla fine quel municipio non sarà nostro - puntualizza Fabio De Lillo - presenterò una mia lista». Ma sul XVIII ha da dire la sua anche Vincenzo Fratta, di An, attuale presidente: «I minisindaci che hanno lavorato bene nei municipi di centrodestra vanno riconfermati».
Stando a quanto dichiara Fratta, pure Roberto Vernarelli, esponente dell’Udc, a capo del XVII, andrebbe ricandidato. Ma, anche qui, nessuna sicurezza. «Quel municipio dovrebbe andare ad An», fanno sapere voci interne allo stesso partito. L’Udc, invece, sostiene che «sul XVII deciderà Mario Baccini». «Se Vernarelli non viene riconfermato io presenterò una mia lista indipendente - dichiara Rosita la Torre, consigliere municipale in XVII -. I vertici dei partiti devono tenere conto delle indicazioni dei cittadini, non organizzarsi secondo logiche interne».
Nel XIII, invece, Davide Bordoni di Fi, candidato in Comune, lascerà il posto a Teodoro Buontempo di An. Non senza colpo ferire. «Bordoni è al primo mandato, è giovane, poteva restare dove era - dichiara Fabio De Lillo -. Ma quella di puntare a uno scranno in Aula Giulio Cesare è stata una sua scelta e ne prendiamo atto». C’è, però, da rilevare che Bordoni ha ottenuto egregi risultati in un municipio grande come una città, con 300mila abitanti, maturando un’esperienza che sarà utilissima in Campidoglio. «Buontempo non dovrebbe avere difficoltà ad aggiudicarsi quell’incarico, è una persona radicata nel territorio - specifica Giacomo Vizzani, consigliere comunale uscente di An - ed è benvoluto anche dal centrosinistra». L’indecisione regna sovrana, invece, nel XIX: Marco Visconti lascia l’incarico di presidente per andare in consiglio comunale, ma non si ancora chi prenderà il suo posto. Così come non si sa chi sarà il minisindaco del I: pare che l’Udc stia facendo pressione per aggiudicarsi quel municipio, fino a ieri appannaggio della Democrazia cristiana, a cui, invece, vorrebbe cedere l’VIII.
Anche sui numeri totali non c’è accordo.

Se fino a ieri, infatti, sembrava certo che otto andassero a Fi, cinque ad An e Udc e uno alla Dc, alla domanda «sono confermati questi dati?», Marco Marsilio, consigliere comunale di An, risponde, laconico: «Spero di no».

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