Porto Rotondo è un ricordo. Forte dei Marmi è un'ipotesi. Persino Cortina niente più che un'alternativa in quota. Alassio o Varigotti servono come set delle trasmissioni estive di Mediaset, doccia fresca per chi resta davanti alla tivù. E Capri, al massimo, è il titolo di una fiction dove la qualità della location supera quella della recitazione.
A certificare tutto questo è la fonte più autorevole fra quelle a disposizione: la lettura comparata di tutte le riviste familiari e di gossip, vere e proprie bibbie di ogni estate, in cui la maggior parte delle didascalie è «datata» Milano Marittima. O, per i vip un po' meno vip, Cesenatico. In qualche caso, Rimini, Riccione o Cattolica, ma qui siamo nei dintorni del proletariato della Romagna. Ma, qualunque sia la spiaggia scelta, da Lido degli Estensi a Cattolica, il punto centrale è il ritorno della Romagna a meta del turismo vip: Pierferdinando Casini, con Azzurra e prole, appuntamento ormai obbligato di ogni estate e riproposto puntualmente anche quest'anno, persino Simona Ventura che in questa estate ha alternato la sua classica Sardegna con l’Adriatico romagnolo, poi calciatori, star e starlette della tv. Tutti lì, sulla Riviera. Società, divertimento, sole e politica. Qualcosa che non succedeva da almeno venticinque anni, quando da queste parti si faceva fotografare con i nipotini nonno Bettino Craxi.
In fondo, è quasi la chiusura di un cerchio su una riviera, quella romagnola, nata turisticamente grazie al quasi anagramma di Bettino: Benito Mussolini. Lui, romagnolo fino al midollo, ma romagnolo di collina, di Predappio, voleva assolutamente lo sbocco al mare. E lo trovò a pochi chilometri da casa con uno dei quei giochi geografici che lo portò, ad esempio, ad allargare la sua collina, quella forlivese, fino al versante toscano dell'Appennino, nei dintorni di Bagno e Verghereto. A quel tempo, non c'era bisogno di altri vip. «Il» Vip, era chiaramente solo il cavalier Benito. E il pensiero vip era quello della parte più evoluta del fascismo, quella sociale, che portò decine di migliaia di bimbi in colonia e ai bagni di sole nelle località della riviera romagnola, dove vennero costruiti edifici che erano capolavori dell'architettura razionalista, con grandissime trovate come l'intercapedine per tenere freschi i muri, sperimentate per la prima volta nelle colonie della costa ravennate e riminese.
Poi, l'ansia di cancellare tutto ciò che era stato il fascismo, colpì anche la riviera romagnola. Ma durò poco: le pensioncine di Bellaria e Rivazzurra e gli alberghetti di Tagliata di Cervia e di Torre Pedrera, sembravano fatti apposta per incarnare il sogno del miracolo italiano, della ricostruzione degli anni Cinquanta e del boom e del sogno dei meravigliosi anni Sessanta. Sventola qui la «Bandiera gialla» di Gianni Pettenati e ballano qui i tormentoni di Edoardo Vianello. Con le ragazze accompagnate e ritirate in discoteca dai genitori che, nel frattempo, si sfogano con il liscio nelle feste di piazza o nelle balere di Raul Casadei.
In quel periodo, cambiò anche il vate di questa terra: da Giovanni Pascoli, romagnolo di San Mauro, primissimo entroterra a un passo dal mare, a Federico Fellini, «Amarcord», il Rex, Gradisca, la grande nevicata e tutto il resto dell'armamentario onirico del regista. Che, però, non si comprenderebbe fino in fondo se non si considerasse il compagno di vita e di sceneggiatura Tonino Guerra, romagnolo pure lui, ma di Santarcangelo, entroterra di geni e di poeti, almeno fino alla nascita di Daniele Luttazzi.
Ma è stato l'ultimo sussulto artistico di un lungo arrivederci, con l'addio ai vip che si abbinava a un declino intellettuale, in cui l'artista di riferimento era diventato Zanza, il playboy da mille donne a stagione («ma le parrucchiere, le olandesi e le infermiere ti fanno perdere un punto»), e a un crollo della fama, per cui se dicevi che andavi in vacanza in Romagna ti guardavano più storto che se avessi confessato di essere residente alle Vele di Scampia. Unico tentativo di resurrezione, quello firmato da Raul Gardini, che cercò di riportare la sua terra al centro del mondo. Ma, nel caso del Contadino e di Ferruzzi, quella terra si fermava a Ravenna e non scendeva più in basso, splendido esempio di autarchia di una città e dei suoi dintorni.
Tangentopoli si portò via Bettino da Milano Marittima e Raul da Ravenna. E, insieme a loro, gli ultimi sogni di essere una riviera vip. In cui, il massimo del vippume raggiungibile erano Alba Parietti con compagno stagionato o Bobo Vieri con fidanzata di stagione, Eros di passaggio o gli invitati da Mario Baldassarri al Vip Master tennis di Milano Marittima: Arrigo Sacchi direttamente da Fusignano, trenta chilometri più sopra, Pierino Chiambretti, Fausto Bertinotti e sora Lella, con Valeria Marini come variabile indipendente.
Fino all'arrivo di Pier e Azzurra. Per una volta, in perfetta linea con la Lega. Che vuole la Romagna regione indipendente, sponsor ufficiale: Roberto Calderoli.
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