Ora la sinistra spara su Vespa per colpire Berlusconi

Roma C’erano le partite della Champions, c’era pure il filmone di Canale 5. E così Bruno Vespa, numeri alla mano, ha perso la sfida dell’Auditel: 22,61 per cento e quasi 6 milioni di telespettatori per L’onore e il rispetto 2 con Gabriel Garko, appena 13,47 e 3 milioni e rotti di apparecchi accesi per Porta a Porta con Silvio Berlusconi per la consegna delle prime case ai terremotati abruzzesi.
Di solito Vespa in prima serata raccoglie tra il 17 e il 18,5% di ascolto. Per questo adesso l’opposizione parla di flop. Dice Massimo D’Alema: «È stata una sorta di autocelebrazione imbarazzante, è grave che il servizio pubblico venga addomesticato a scopi di propaganda menzognera. Gli italiani, disertando la trasmissione, cominciano a dare segni di buon senso». Incalza Beppe Giulietti: «Di fronte a questa débâcle, mi aspetto le dimissioni dei responsabili della Rai che quasi si sentono dei funzionari della concorrenza. Il garante non può fare finta di nulla, l’azienda va verso il disastro». Rocco Buttiglione tira in ballo addirittura Goebbles: «Aveva ragione, a forza di ripetere la gente si convince. Però non aveva previsto che a volte si stufa anche». E Antonio Di Pietro invita, «se il servizio pubblico è questo, a non pagare più il canone».
Polemiche ridicole, secondo la maggioranza. «I dati di ascolto crescono e diminuiscono - spiega Maurizio Gasparri -. Quello che cresce sempre invece è il consenso per l’azione di governo, che fa case e affronta la crisi economica, e per Berlusconi». Per Daniele Capezzone «la giornata ha dimostrato un fatto su cui la sinistra, se non fosse posseduta dall’odio, dovrebbe riflettere: il premier è in sintonia con il Paese, che chiede cose concrete, realizzazioni e non chiacchiere da palazzo». Per Ignazio La Russa, «parlare di flop è una sciocchezza perché gli ascolti non si calcolano contro una fiction e le partite, io stesso saltellavo tra Milan e Porta a Porta». E per il leghista Daniele Caparini «il responso degli italiani viene dalle elezioni e il prossimo share lo misureremo alle regionali».
Ma non basta. Secondo Nino Rizzo Nervo, consigliere d’amministrazione pd, il cambiamento dei palinsesti ha provocato la perdita di mezzo milione di euro «dovuto alla disdetta dei contratti di importanti inserzionisti che avevano acquistato gli spot all’interno di Tutti pazzi per la tele e Ballarò». Gli risponde Antonio Marano, vicedirettore generale: «Nessun mancato ricavo, con lo spostamento verrà recuperata tutta l’offerta pubblicitaria». Controreplica Rizzo Nervo: «Il martedì la Rai garantisce sempre il 22% e visto che in un anno il numero dei giorni a disposizione non è dilatabile, a consuntivo il danno ci sarà».
Si vedrà.

Intanto il caso Porta a Porta finirà davanti alla Vigilanza, che martedì ascolterà il direttore generale Mauro Masi. Niente processi, spiega Sergio Zavoli «ma la commissione ha il dovere di acquisire gli elementi per una serena e completa valutazione sui criteri adottati».

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