Nei locali nella parte sinistra sottostanti la scalinata in marmo il soggiorno arredato con tavolo e sedie, la cucina completa di credenze e in un angolo una scorta dacqua con un lavandino usato come servizio; in quella di destra la camera da letto con letto matrimoniale, mobile sovrastato da uno specchio e le ciabatte ordinate sotto larmadio.
Siamo in Villa Pallavicini nel quartiere di Rivarolo dove nellomonima piazza sorge questa antica dimora un tempo palazzo occupato dagli uffici comunali, oggi chiusa in attesa di una riqualificazione che possa ridarle splendore ma in realtà bloccata da anni senza nessun passo avanti anche perché larea è vincolata dalla Sovraintendenza. Visto che tra le ipotesi di recupero vi era quella di realizzare un piccolo centro residenziale con appartamenti che dividessero questo maestoso complesso ormai schiacciato tra i palazzi del quartiere, cè chi ha pensato fosse già arrivato il momento di entrare occupando alcuni degli spazi. Tranciata la recinzione metallica un gruppo di rom sta abitando la struttura da diverse settimane senza che nessuno si sia mai occupato di farli traslocare. A partire dai proprietari dellimmobile stesso: la famiglia Cattaneo Adorno.
Situazione non più tollerata dai residenti del quartiere e che spaventa anche i genitori che portano i loro figli allasilo nido che dista solo un centinaio di metri ed è gestito dalle suore Dorotee. Carabinieri e istituzioni locali sono già al corrente: «Monitoriamo a distanza la situazione - spiega Gianni Crivello, presidente del Municipio Valpolcevera -. Trattandosi di una residenza privata non mi sono potuto direttamente rendere conto della situazione, ma oltre a quelli che possono essere i problemi conseguenti alloccupazione mi spaventa il fatto che la villa ha grossi ed evidenti problemi strutturali». I servizi sociali del Comune sono al lavoro per cercare di allontanare il gruppo di nomadi che vive nei locali di villa Pallavicini seguendo le procedure previste prima di arrivare alla sgombero.
Ennesimo sgombero che dovrebbe esserci oggi alla Fiumara di Sampierdarena, dai soliti voltini sottostanti la ferrovia dove da anni, ormai, ciclicamente sostano i nomadi.
Ceranesi. Chi, invece, non verrà sgomberato dal campo comunale sono gli zingari di Bolzaneto che «disturbano» la quiete di un paese intero: quello di Geo, località del Comune di Ceranesi. Dopo la denuncia, domenica scorsa, de il Giornale il sindaco Omar Calorio ha promesso più attenzione per la comunità arrivata a non sopportare più la presenza dei rom tanto da spingersi a minacciare di farsi giustizia da solo: «So bene che esistono dei disagi per lirruenza di questi gruppi di zingari e cercheremo di adoperarci il più possibile per controllare che in paese non accadono più situazioni così sgradevoli. Ma invito le persone a non agire da sola, esiste la forza pubblica per arginare certi fenomeni».
Il problema del campo da calcio su tutto, visto che, da queste parti i bambini del paese cominciano ad avere paura ad andare a giocare: «Sia con i carabinieri di Campomorone che con i nostri vigili cè una collaborazione meravigliosa: visti gli ultimi episodi rafforzeremo i pattugliamenti in quella zona», prosegue il sindaco che rivela come il comune di Ceranesi abbia già dovuto giocare a braccio di ferro con lamministrazione Vincenzi che avrebbe voluto approfittare dei lavori della Gronda per spostare il campo nomadi di Bolzaneto proprio a Geo di fronte al campo da calcio «incriminato»: «Abbiamo detto no e ci opporremo se lipotesi dovesse tornare a galla. Il sindaco di Genova è solito cercare di spostare sui comuni limitrofi problemi di sua competenza - attacca Calorio -. Abbiamo contestato ad una servitù che sarebbe stata insopportabile per il nostro territorio».
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