Andrea Nativi
Una messe senza precedenti di informazioni a disposizione degli investigatori: questo il risultato dei falliti attentati a Londra. La polizia londinese ha detto che i terroristi volevano uccidere e se non ci sono riusciti è quindi solo a causa di gravi deficienze tecniche negli ordigni impiegati.
Se erano stati costruiti per uccidere, gli zainetti e le valigette usate dai criminali contenevano non solo detonatori, ma anche una carica primaria, che fortunatamente non è esplosa. La mancata deflagrazione delle cariche, frutto di un errore progettuale, non solo ha impedito di raggiungere il risultato desiderato, ma ha fornito alle forze di polizia elementi che ora consentiranno di braccare, individuare e distruggere sia le cellule operative, ma sperabilmente anche lintera organizzazione di comando, controllo e supporto che ha ideato il secondo attentato londinese e che con tutta probabilità è responsabile anche del primo attacco.
In particolare gli specialisti della polizia e dellantiterrorismo hanno in mano la carica primaria, il detonatore, il contenitore e possono quindi determinare come è stato fabbricato lesplosivo, da dove proviene e la qualità tecnica della bomba. Già hanno stabilito che lesplosivo è lo stesso impiegato il 7 luglio. Stesso discorso vale per il detonatore. Ancora più importante, si potranno trovare impronte digitali e tracce di Dna, elementi con i quali diventa molto più facile individuare i responsabili degli attacchi. Terroristi che sono poi stati immortalati nei filmati delle telecamere della metropolitana e saranno anche identificati da quei passeggeri che dovevano perire nellesplosione e che invece forniranno preziosi elementi agli investigatori.
Sarà anche interessante monitorare il traffico telefonico cellulare degli attentatori, alcuni dei quali sono verosimilmente kamikaze mancati.
Gli ordigni inesplosi una manna per gli investigatori
La mancata deflagrazione delle cariche può fare individuare lintera cellula. Fino alla cattura
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