Seicento euro al mese per vivere in un loculo. Tre-quattro persone, a volte di più, stipate come sardine fra bombole del gas e stufe elettriche in meno di 20 metri quadri. Niente finestre, niente ricambio daria. Centinaia di celle così, una sopra laltra. Cantine trasformate in abitazioni. Cucine sui ballatoi comuni, totale promiscuità. Come un alveare. Succede al residence di via Mastrigli, Tomba di Nerone, una traversa della Cassia. Dallaltra parte inizia via Due Ponti, dove cè il pied-à-terre di Brenda. Un po più su cè via Gradoli.
Per capire meglio la situazione basta leggere il verbale del 28 settembre 2009 della Asl RmE, «oggetto ledificio B del residence di via Mastrigli 15/C». I sopralluoghi sono stati effettuati con la polizia municipale in sette occasioni a luglio e settembre. Dagli accertamenti risulta che nelledificio B «sono stati realizzati alcuni piani completamente abusivi (...) è stata effettuata la trasformazione duso di cantine in squallidi tuguri, molti dei quali occupati come abitazioni da extracomunitari». In atti, scrive la Asl, «risulta una relazione tecnica del 1983 che individuava ben 293 locali, simili a loculi, in quanto stretti, bassi, senza luce e ricambio daria. I suddetti locali risultano oggi locati da 430 a 660 euro mensile per alloggio» e per far fronte alla richiesta «gli occupanti, prevalentemente filippini e sudamericani, dividono le spese, pertanto i locali sono sovraffollati». Alcuni esempi. Allinterno 103 vivono in 3 in 20 mq. Al 107 addirittura in 6 in 21 mq. Ma cè il caso limite dellinterno 66: in quattro (3 adulti e un minore) vivono in 13,50 metri quadri. Dagli accertamenti risultano anche odore di liquame diffuso, fili elettrici volanti, infiltrazioni. Il verbale della Asl RmE si conclude con la richiesta al sindaco di unordinanza di sgombero e inabitabilità del fabbricato B, immediata e comunque entro 10 giorni, «in quanto gli inconvenienti accertati creano pericolo per la salute e la sicurezza pubblica».
Il seguito è di questi giorni. Dopo il verbale della Asl, il V Dipartimento Politiche sociali del Comune ha inviato il 3 novembre 2009 ai proprietari del residence lordine di rilascio dellimmobile. Non è dato sapere se solo delledificio B o del complesso. «La proprietà deve in ogni caso liberare limmobile da cose e persone a far data da 15 giorni dalla notifica», dice il consigliere comunale del Pdl Dino Gasperini, che ha portato alla luce il provvedimento: «Ormai siamo in dirittura darrivo per chiudere una vicenda che non esito a definire lunare». «Ma cè voluta la giunta Alemanno per avviare a soluzione con atti concreti una questione che durava da 35 anni», rimarcano il consigliere comunale Ludovico Todini, commissione sicurezza, e il presidente del consiglio del XX, Simone Ariola. «Bisogna che il Questore di Roma accerti anche la sussistenza di illeciti nellaffitto di immobili a persone prive di permesso di soggiorno», aggiunge Luigi Camilloni, presidente dellOsservatorio Sociale.
Sul residence pendono da decenni provvedimenti amministrativi (unordinanza sindacale di inabitabilità e sgombero del 1991) e penali (sequestro preventivo del 1992). Mai eseguiti. Cè perfino una interrogazione alla Camera del 1983.
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