Cronaca locale

Ore 13.30: il grande boato fa sorridere 3mila persone Ma c’è paura di altre bombe

Per due volte in dieci giorni la città in stato d’allarme: evacuati all’alba interi quartieri, fermi treni e aerei

Ore 13.30: il grande boato 
fa sorridere 3mila persone 
Ma c’è paura di altre bombe

Un rombo sordo, un pennacchio di fumo e alle 13.30 era tutto finito: così anche la seconda bomba di Segrate era andata in archivio. Con conseguente possibilità per circa 3mila persone coinvolte di poter tornare a casa molto prima di previsto. Possono dunque riprendere i lavori anche cantiere di via Trento, nella speranza le sorprese siano finite.
L’ordigno era infatti stato trovato giovedì 12 agosto all’angolo con via Donizetti, durante gli scavi per la realizzazione di un condominio. Un vecchia bomba d’aereo dal peso di 500 libbre, 226 chili, sganciata dagli americani durante la seconda guerra. Segrate infatti era, ed è tuttora, un importante snodo ferroviario, essenziale da bloccar per evitare movimenti di armamenti e truppe. Un ritrovamento avvenuto appena quattro giorni dopo il brillamento di un primo ordigno, venuto alla luce a 500 metri di distanza in via Redecesio, durante gli scavi per il tratto finale della della Brescia-Bergamo-Milano, la cosidetta «tangenzialina». Tanto che per farla saltare è stato usato lo stessa buca, profonda otto metri.
Segrate dunque era già preparata all’evento, filato via liscio come l’olio. Le operazioni sono scattate alle 5 del mattino quando si sono mossi 120 uomini tra polizia locale e provinciale, volanti, carabinieri, protezione civile e soprattutto artificieri del Decimo Genio Guastatori, guidati dal maresciallo Giuseppe Pinzone. Lo stesso reparto intervenuto domenica scorsa e a cui appartenevano anche il maresciallo capo Mauro Gigli e il caporal maggiore Pierdavide De Cillis, caduti il 28 luglio scorso in Afghanistan.
Uno per uno sono stati suonati i campanelli di un migliaio di abitazioni nell’arco di mezzo chilometro, facendo uscire tutti quelli che venivano trovati ancora a casa. Una decina di anziani malati o non autosufficienti, sono stati portati in ospedale. Una trentina sono stati ospitati all’oratorio di Redecesio, a cui si sono aggiunti all’ora di pranzo un’altra quarantina di persone. Un pregiudicato ha puntato i piedi quando ha visto le forze dell’ordine. Forse sperava di approfittare delle case vuote per una un po’ di «straordinario». Alla fine gli sfollati dovevano essere 2.300, molti però erano in ferie, altri hanno preferito dormire fuori da parenti e amici, per cui alla fine erano rimaste poche centinaia di persone.
Alle 8 i militari si sono messi al lavoro mentre veniva bloccata ogni attività a Linate, voli dirottati a Malpensa, e lungo la linea ferroviaria. In particolare: i treni a lunga percorrenza hanno fatto capolinea a Brescia, i passeggeri proseguivano poi con i regionali fino a Pioltello Limito e in bus fino alla linea 2, mentre altri convogli sono stati invece fatti passare attraverso Mantova e Carnate. I genieri avevano previsto due sessioni di lavoro: la prima doveva finire alle 11 per poi riprendere dalle 13 alle 17, ma alla fine le operazioni di «spolettamento» si sono svolte senza intoppi per cui alle 13.30 era tutto finito.
Rimane il famoso «non c’è due senza tre».

Non per portare sfortuna all’efficiente amministrazione guidata dal sindaco Adriano Alessandrini, ma ufficiosamente molti militari sono convinti che il sottosuolo di Segrate riserverà in futuro altre e poco gradite sorprese.

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